La strana giornata dei positivi al Covid che hanno dovuto votare per le elezioni del presidente della Repubblica in dei modi inediti. Poco dopo le 15, mentre nell’Aula della Camera parte la prima chiama per la votazione del presidente della Repubblica, di fronte al parcheggio di Montecitorio si ferma un’ambulanza.
Dopo pochi minuti di attesa, ne scende Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia ed ex governatore della Sardegna che sceglie di registrare in un video con lo smartphone questo momento di un’elezione resa inedita dalle procedure anti-Covid.
Elezioni presidente della Repubblica, tredici grandi elettori positivi o in quarantena
È il primo dei tredici grandi elettori positivi o in quarantena (complessivamente in mattinata se ne contavano ventidue) che si sono ‘prenotati’ per il seggio speciale ‘drive in’ di via della Missione, nel quadrilatero di strade intorno a Montecitorio blindato dalle forze dell’ordine.
Il seggio è organizzato con due segretari di presidenza e altri funzionari della Camera a seguire le operazioni, con l’assistenza dei sanitari del Policlinico Gemelli e del Movimento delle Misericordie, in una doppia tensostruttura: una per chi arriva in auto, una con un percorso pedonale per chi è accompagnato in ambulanza.
Quasi tutti arrivano al volante. In ambulanza Cappellacci e più tardi un altro collega. Subito indirizzati al cosiddetto ‘walk in’, entrano a piedi. Dopo l’identificazione con il tesserino da parlamentare e la disinfezione delle mani, seguono tre passaggi.
Prima riceve matita e scheda in una busta trasparente, poi vota, quindi deposita il foglio in un’urna sigillata. Gettata la busta con la matita, di nuovo sull’ambulanza. “Tempo totale, un paio di minuti, tutto rapido, in totale sicurezza, con personale bardato come in un reparto Covid”, racconta al telefono l’ex governatore, tornato direttamente al b&b dove alloggiava già quando sabato è risultato positivo al Covid, che lo sta colpendo “come un banalissimo raffreddore, grazie al vaccino”.
“Il Covid è l’unica cosa che mi ha privilegiato, perché questa volta mi ha colpito in modo lieve: ho fatto il mio dovere, sono solo in una stanzetta e mi sono dovuto organizzare noleggiando un’ambulanza”, si difenderà poi il deputato di FI in serata sui social da chi lo ha accusato di aver approfittato di un beneficio.
Sara Cunial, le polemiche della deputata no vax che non ha potuto votare
“Discriminata” si dichiara anche Sara Cunial, deputata ex M5s e no vax, quando si presenta all’ingresso del ‘drive in’ pretendendo di votare e, da regolamento, viene respinta in quanto né contagiata né in quarantena.
Potrebbe votare in Aula con un tampone negativo e un green pass base, per la norma contro cui settimane fa ha perso il ricorso. “Ma non si può subordinare un diritto costituzionale a un documento burocratico amministrativo. Alle prossime elezioni gli italiani non voteranno senza green pass, questa è la prova”, la tesi della deputata, che dopo aver chiamato i carabinieri annuncia di essere pronta “a querelare Fico e a invalidare tutta l’elezione”.
Arrivano invece solo ringraziamenti a Fico “per essersi mobilitato per questa soluzione, e al governo per il decreto”, dal deputato del M5s Giuseppe Brescia, che inizia al ‘drive in’ la sua terza elezione per il capo dello Stato.
“Manca il fascino del voto in Aula ma è importante che sia stata data la possibilità anche agli elettori positivi”, sottolinea il parlamentare pugliese, tornato subito nella sua casa di Roma dopo aver votato a bordo dell’auto, su cui ha accompagnato anche una collega di partito, a sua volta positiva.
“Lei è scesa dall’auto e ha seguito il percorso pedonale, poi una volta terminato e tornata a bordo e siamo andati via insieme” racconta Brescia che, “dopo qualche settimana di quarantena”, è in ansiosa attesa del risultato dell’ennesimo tampone. “Spero sia negativo così alla seconda votazione potrò tornare a votare con le modalità tradizionali, perché – conclude – in Aula c’è un’altra atmosfera”.