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Elisa Presta operata da morta per nascondere lo sbaglio: arrestati 3 medici a Potenza

di Daniela Lauria |24 Ottobre 2014 13:34

Elisa Presta “morta di complicanze”: arrestati 3 medici a Potenza

POTENZA – La operarono da morta per nascondere l’errore. Per questo tre medici dell’ospedale San Carlo di Potenza sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Sono accusati di omicidio colposo in concorso per la morte di una donna di 71 anni, Elisa Presta, deceduta a maggio dello scorso anno durante un intervento di sostituzione della valvola aortica. I tre medici finiti sotto accusa sono Nicola Marraudino, primario del reparto di Cardiochirurgia, Michele Cavone, di 61 anni e Matteo Galatti, di 46.

Elisa Presta morì “di complicanze”, scrissero sulla sua cartella clinica. In realtà, secondo il racconto di uno dei chirurghi arrestati, Michele Cavone, a coprire l’errore che ha portato alla morte della donna, sarebbe stato il primario, Nicola Marraudino, intervenuto a correggere l’errore di un altro medico, Matteo Galatti, che in quella sala operatoria non sarebbe mai dovuto entrare, perché aveva appena smontato dal turno di notte.

Il primario Marraudino, di 54 anni, è anche accusato di falso ideologico in atto pubblico perché, secondo l’accusa, avrebbe falsificato il registro operatorio. Le indagini della Polizia sono cominciate nel novembre 2013 in seguito a un esposto anonimo presentato in Procura. Nelle settimane successive, la Squadra mobile del capoluogo lucano ha interrogato medici e infermieri, che hanno partecipato all’intervento, e i familiari della vittima. Lo scorso 14 luglio, inoltre, è stata depositata la perizia medico-legale.

La svolta è arrivata il 29 agosto quando sul sito Basilicata 24 è stata pubblicata un’intercettazione in cui Cavone ammetteva gravi comportamenti suoi e di altri medici (tra cui il primario) durante l’intervento di cardiochirurgia. In seguito, il direttore del sito ha consegnato agli investigatori altre due intercettazioni, che, insieme alla prima, “sono entrate a far parte – spiegano dalla Procura della Repubblica di Potenza – del quadro complessivo di elementi a carico degli indagati, a conferma di quanto già accertato”.

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