Emanuela Orlandi: apertura tomba De Pedis, l’ipotesi resta

ROMA, 3 APR – Il tema dell'apertura della tomba di Enrico De Pedis, nella basilica di Sant'Apollinare, e' tutt'altro che tramontato. Cio' sembra lasciare intendere un comunicato diffuso dal procuratore della repubblica Giuseppe Pignatone all'indomani della diffusione di indiscrezioni secondo le quali sarebbe venuta meno, allo stato, la necessita' di procedere a tale iniziativa.

In realta', tale proposito, pur preso in esame oltre un anno e mezzo fa da investigatori ed inquirenti che indagano sulla sparizione di Emanuela Orlandi, non si e' mai effettivamente concretizzato. Con il comunicato di oggi Pignatone, il quale ha deciso di trattenere la responsabilita' delle indagini di competenza della Direzione distrettuale antimafia, ha fissato un punto: sara' lui a dirigere e coordinare il procedimento su quello che rimane uno dei misteri dell'Italia contemporanea. Pertanto – e' detto nella nota – le ''dichiarazioni e le valutazioni sul procedimento attribuite da alcuni organi di informazione ad anonimi 'inquirenti della procura di Roma' non esprimono la posizione dell'ufficio''.

Una presa di posizione che sembra mettere in discussione anche l' antico convincimento di chi, dal giorno della sparizione di Emanuela (giugno 1983) si e' alternato nelle indagini: ossia che in Vaticano, dove lavorava come commesso il padre della ragazza, qualcuno sapesse/sappia qualcosa.

Gia' nel 1997, in occasione della richiesta di archiviazione della prima inchiesta giudiziaria, il sostituto procuratore generale Giovanni Malerba sosteneva che ''l'intera vicenda di Emanuela Orlandi fu caratterizzata da costante riservatezza da parte della Santa Sede che, pur disponendo di contatti telefonici e probabilmente diversi, non rese partecipi dei contenuti dei suoi rapporti la magistratura e le autorita' di polizia''.

Oggi la famiglia Orlandi, come dichiarato dal legale, Massimo Krogh, ha ribadito di aver ''vissuto con dignita' questa tragedia'' e che ''non e' disposta a rassegnarsi all'oscurita'''.

Intanto sarebbe stato identificato almeno un gendarme del Vaticano che avrebbe scattato alcune fotografie il 21 gennaio scorso durante una manifestazione organizzata dai parenti di Emanuela davanti alla basilica di S.Apollinare. La manifestazione era stata indetta per chiedere 'verita' e giustizia' proprio davanti la basilica dove e' sepolto il boss della Banda della Magliana ''Renatino'' De Pedis che secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo nel sequestro della ragazza avvenuto 28 anni fa. A sollevare il caso di un ''uomo che fotografava i manifestanti'' era stata la trasmissione 'Chi l'ha visto?' e Walter Veltroni aveva presentato un'interrogazione parlamentare al ministro Cancellieri. Ora, secondo indiscrezioni, dopo un'indagine delle forze dell'ordine l'uomo sarebbe stato identificato come un agente della gendarmeria vaticana. Indagini sono in corso anche per arrivare all'identificazione di un secondo gendarme.

Gestione cookie