Emanuela Orlandi, Chi l’ha visto: “Marco Fassoni Accetti e le foto ai minori”

Emanuela Orlandi, Chi l'ha visto: "Marco Fassoni Accetti e le foto ai minori"ROMA – Caso Emanuela Orlandi, ultime notizie da Chi l’ha visto? dell’8 maggio 2013. La puntata si focalizza su Marco Fassoni Accetti, il fotografo diventato elemento chiave nell’inchiesta. In particolare, nella puntata si mette in evidenza che Fassoni Accetti era già noto, in passato, perché accusato di voler sempre fotografare minori.

Nel 1983, ad esempio, gli inquirenti scoprirono che Fassoni Accetti voleva fare le foto ad alcuni ragazzini che contattava grazie alla posta di Topolino. In quel periodo, l’uomo fece anche un servizio fotografico con il benestare del preside di una scuola presso la chiesa di Sant’Agnese.

Il sito Fatti di Cronaca, che ha seguito in diretta la puntata di Chi l’ha visto, fornisce ulteriori dettagli relativi a Fassoni Accetti: Tra i numeri di telefono trovati nella sua rubrica c’è anche quello di un bambino di 12 anni: negli atti l’uomo racconta di averlo incontrato in Corso Vittorio Emanuele, vicino a Corso Rinascimento dove Emanuela fu vista mentre parlava con un uomo che le offrì molti soldi per un lavoretto.

Ma soprattutto, la puntata di Chi l’ha visto è importante perché parla di un altro caso che vide coinvolto Fassoni Accetti: la morte di bambino di 12 anni, José Garamon, figlio di un funzionario uruguayano.

La ricostruzione della vicenda riportata sempre su Fatti di Cronaca: L’incidente accadde il 20 dicembre 1983: dagli atti sappiamo che Accetti quel pomeriggio si trovava su quella strada perché stava andando dalla ragazzina a cui doveva fare il servizio fotografico. In realtà, la 15enne dichiarò agli inquirenti che non avevano un appuntamento. Quel giorno comunque José uscì da casa per andare dal parrucchiere “per far contenta la mamma”, come raccontò la bambinaia. Erano le 17.30 e anche se era buio, era vicino casa sua all’Eur: il barbiere conferma che alle 18 un suo dipendente gli tagliò i capelli. Verso le ore 20 il suo corpo viene ritrovato a quasi venti chilometri di distanza dal parrucchiere: chi gli diede un passaggio? Perché lo portò lungo la strada della pineta di Castel Porziano? E cosa ci faceva lì Accetti con il furgone, nello stesso luogo e alla stessa ora? L’uomo agli inquirenti disse di aver sbagliato strada mentre andava ad Ostia, di aver fatto inversione ad U e che mentre faceva manovra, il furgone sbanda, si scontra contro qualcosa, i vetri sono in frantumi, ma lui non vide nulla. Non può più tornare a casa e lo lascia in un luogo appartato, nascondendo sotto un cespuglio le sue preziose macchine fotografiche. Tornato a casa, decide di andare a riprendere il furgone in compagnia dell’ex fidanzata: è lì che lo trovano i Carabinieri verso le 4 di notte. Il furgone è quello che ha investito il bambino, colpendolo in pieno: gli investigatori notano il giubbotto di Accetti sporco di sangue e le analisi confermeranno che è del piccolo José. Si sarebbe sporcato mentre cercava di soccorrerlo, lasciandolo poi a morire sul ciglio della strada, almeno secondo la condanna per omicidio colposo per cui fu condannato a 12 anni. Sul perché e come José fosse lì e da cosa stesse scappando non ci furono mai risposte.

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