Emanuela Orlandi: corteo palloncini e fiaccole, Papa Francesco non si vede

Pubblicato il 24 Giugno 2013 - 06:14 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi: corte palloncini e fiaccole, Papa Francesco non si vede

Pietro Orlandi: quando Papa Francesco gli parlò

La fiaccolata in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, tuttora avvolta dal mistero, non ha avuto una grande eco sui giornali ed è stata relegata alla cronaca di Roma.

La fiaccolata, con marcia nel centro di Roma, era stata organizzata da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che l’ha definita un momento di preghiera anche se i palloncini e gli striscioni non sembravano proprio in tema. Dei 27 mila aderenti alla pagina di Facebook, alcune centinaia hanno aderito.

Sono arrivati fino in Piazza San Pietro, sotto le finestre di Papa Francesco, forse dimenticando che il Papa non abita più là e che a quell’ora,  dopo il tramonto, forse era già a dormire.

Lo hanno invocato a gran voce, “Francesco” e si sono meravigliati che non abbia mandato nessuno a  pregare con loro.

Sulla manifestazione, si registrano titoli e copertura di maniera per il Messaggero e la Repubblica, grande spazio nel fascicolo locale del Corriere della Sera, per la firma di Fabrizio Peronaci, che con Pietro Orlandi ha anche scritto un libro.

La cronaca parte da piazza Sant’Apollinare, dove il giorno della scomparsa, il 22 giugno 1983, Emanuela Orlandi si recò per l’ultima volta a prendere lezioni di flauto traverso. Non è una grande piazza e, nota Peronaci, era “quasi piena”. Repubblica parla di “centinaia di persone”.

Pietro Orlandi, registra Fabrizio Peronaci,

“saluta tutti. È teso”.

Anche in piazza, Pietro Orlandi commenta le parole del procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Giancarlo Capaldo (“Emanuela è morta, ma il caso potrebbe risolversi”,  allargando le braccia e dicendo ancora:

A noi familiari non è stato comunicato nulla, ma ora siamo qui per riportarla simbolicamente a casa. Pensiamo a lei… Da quel portone – e indica il complesso di Sant’Apollinare – mia sorella uscì dopo la lezione di musica e come noi adesso si sarebbe dovuta incamminare verso casa in Vaticano. Purtroppo qualcuno le ha impedito di scegliere della propria vita…”.

Continua Fabrizio Peronaci:

“Il corteo, preceduto da una barriera di telecamere, si muove. «La verità è in cammino e nessuno potrà fermarla. La verità rende liberi», dice lo striscione davanti. Stefano Masetto, che da anni segue il caso in tv, è arrivato da Padova: «Un’emozione grandissima, speriamo che il papa ci riceva».

[…]

“«Vaticano attenzione, la fede vacilla», dicono alcuni cartelli. In via dei Coronari [strada che è in realtà un lungo vicolo dove passa  stento una automobile]  il serpentone procede lentamente. Tanti si scambiano impressioni sull’ultimo indagato, Marco Fassoni Accetti: «Perché confessa solo ora?» «Ma la voce dell’Amerikano è la sua?».

[…]

Da ponte Sant’Angelo si intravede San Pietro. «Arriviamo!», grida un giovane incaricato del servizio d’ordine. I bambini lanciano palloncini al vento. In una tempesta di clacson bloccati al semaforo, il corteo imbocca via della Conciliazione”.

È sabato sera, Roma ha già subito cortei per tutto il giorno, la gente ha fretta di andare a cena. Ricorda Fabrizio Peronaci:

“Un anno fa lo stesso popolo era qui per chiedere a papa Ratzinger di pronunciare il nome di Emanuela all’Angelus ed esplose in un urlo – «Vergogna!» – quando le sacre imposte si chiusero. Ma adesso […] c’è un nuovo pontefice… «È una veglia di preghiera, il silenzio fa più rumore», si raccomanda Pietro Orlandi quando i partecipanti, dopo aver srotolato gli striscioni, entrano nell’area del colonnato”.

La pia illusione:

“Silenzio, attesa, sguardi puntati sulla basilica e sul Palazzo Apostolico. «Si è accesa una luce dietro le tende!». È un attimo: parte il coro, prima debole e poi ritmato: «Francesco! Francesco!». Ma dura pochi secondi”.

Pietro Orlandi dice:

“Ci saremmo aspettati la presenza di un rappresentante della Chiesa, sarebbe stato semplice dire una preghiera con noi; io spero ancora, la verità non la si può fermare…”.