Emanuela Orlandi, fratello Pietro: “Ali Agca sia sentito in Procura”

Emanuela Orlandi, fratello Pietro: "Ali Agca sia sentito in Procura"
Ali Agca (Foto Lapresse)

ROMA – Ali Agca rimanga in Italia e sia sentito sul caso di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983 a 15 anni: è quanto chiedono gli avvocati di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che vorrebbero così approfittare della presenza dell’ex Lupo Grigio in Italia.

Lo scorso sabato 27 dicembre Mehmet Ali Agca è infatti arrivato a Roma per una visita sorpresa in Vaticano. Avrebbe voluto incontrare papa Francesco, ma non gli è stata data udienza. Si è così limitato a deporre un mazzo di fiori sulla tomba di papa Giovanni Paolo II, colui che proprio Agca il 13 maggio del 1981 tentò di ammazzare.

Durante quella visita Agca è stato fermato dalla polizia italiana, i suoi documenti non sono risultatati regolari ed è partita la procedura di espulsione.

Ora Pietro Orlandi chiede, attraverso l’istanza depositata dai suoi avvocati, che l’ex terrorista dei Lupi Grigi sia trattenuto in Italia e sia sentito dai magistrati della Procura di Roma che tuttora hanno aperto un’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela.

“In particolare, spiega Pietro, chiediamo che vengano approfondite le dichiarazioni fatte da Marco Fassoni Accetti che più volte ha nominato Ali Agca”.

Accetti, che si è autoaccusato di aver avuto un ruolo nel rapimento di Emanuela e fece ritrovare un flauto identico a quello che usava la ragazza (sul quale però non sono state rinvenute tracce riconducibili ad Emanuela), è indagato per sequestro di persona. In una recente intervista Ali Agca ha inoltre sostenuto che Emanuela è ancora viva.

 

 

 

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