ROMA – “Ma perché alla scoperta delle ossa si è parlato subito di un collegamento con la scomparsa di Emanuela?” si chiede Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, intervistato dalla Stampa dopo il ritrovamento di ossa – su cui sono in corso accertamenti – in una dependance della Nunziatura apostolica a Roma.
“Ho pensato al fatto che c’è gente che ha fatto una cosa bruttissima a tutti noi – dice invece Maria Orlandi, la madre di Emanuela, in una intervista al Messaggero – Emanuela da quel giorno non la abbiamo più vista. In questi anni siamo stati sostenuti da una grande fede. Spero che un giorno si possa far tornare il suo corpo a casa. Spero che chi sa qualcosa ascolti, ci aiuti”.
Riesce davvero a perdonare chi le ha portato via sua figlia? “Si – risponde -. Si può perdonare chi ti ha fatto tanto male. Persino queste persone malvagie che hanno distrutto la felicità di una famiglia serena e noi eravamo una famiglia serena; forse queste persone avranno una coscienza e sicuramente sarà Dio a giudicarle e castigarle. Mi ripeto spesso: sia fatta la volontà di Dio, e con questa forza si deve andare avanti”. “Quanto dolore – aggiunge – quando era in vita mio marito, Ercole, era lui che ci dava la forza, ci sosteneva con coraggio, offrendoci una spalla forte. Ora restiamo io e i miei figli e andiamo avanti con la fede”.
La madre di Emanuela Orlandi parla anche al Corriere della Sera, non si dà pace: “Cercano, cercano, ma cosa cercano adesso? Adesso è tardi. Dovevano cercare dall’inizio, dal giorno in cui Emanuela non tornò più a casa, qui da me”.
E su QN il fratello aggiunge “mi piacerebbe dirlo” che si è a una svolta, “ma dopo tante docce fredde resto prudente. Troppe disillusioni. Certo, ogni novità la reputo importante. Sono determinato a fare di tutto perché la verità emerga e fiducioso che un giorno emergerà. Ma resto prudente. Fino a che non trovano un corpo e lo identificano con chiarezza, io Emanuela voglio cercarla viva”.