ROMA – Caso Emanuela Orlandi: Marco Fassoni Accetti sarebbe indagato per sequestro. Lo scrive Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera, parlando di indiscrezioni che sarebbero trapelate dalla Procura di Roma.
Fassoni Accetti, scrive Peronaci, è stato interrogato da Giancarlo Capaldo e Simona Maisto, procuratore aggiunto e pm titolare dell’inchiesta.
Il reato ipotizzato, scrive Peronaci, “è concorso in sequestro di persona aggravato dalla morte dell’ostaggio e dalla minore età. Lo stesso che un anno fa costò l’avviso di garanzia a don Piero Vergari, ex rettore di Sant’Apollinare, e ancor prima agli altri indagati del caso Orlandi, tre esponenti della banda della Magliana finiti sott’accusa dopo le rivelazioni di Sabrina Minardi, ex amante di Enrico De Pedis“.
Peronaci spiega che Fassoni Accetti interessa così tanto i magistrati perché nessuno, prima di lui, aveva dato dei particolari così precisi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e anche di Mirella Gregori.
Tre, scrive Peronaci, sono gli elementi dei racconti di Fassoni Accetti che hanno colpito i giudici: “Innanzitutto il luogo in cui Emanuela sarebbe stata portata la prima sera, Villa Lante, struttura religiosa ai piedi del Gianicolo che ancora oggi affitta stanze: nessuno, in 30 anni, aveva indicato un posto preciso. In secondo luogo, la pubblicazione di articoli su quotidiani dell’epoca relativi a una lettera in cui Alì Agca chiedeva «risposte dal Vaticano» (forse sulla sua grazia, da strappare con il ricatto del sequestro Orlandi?), in cambio della ritrattazione (poi avvenuta) delle accuse contro i bulgari nell’attentato al papa. E, ancora, la decrittazione fornita dal superteste di alcuni messaggi misteriosi, come il codice «158» utilizzato per le telefonate alla Santa Sede che, spostando le cifre, diventa 5-81, mese e anno del ferimento di Wojtyla.”