CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO), 3 AGO – ''Per la prima volta oggi, dopo 28 anni, possiamo capire la dinamica effettiva di quello che e' successo a Emanuela. In Italia e nel Vaticano oggi 30,40,50 persone sanno''.
Lo ha detto stasera a Cortina il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, autore con Pietro Orlandi del volume 'Mia sorella Emanuela', edito da Anordest.
''Abbiamo elementi – ha affermato Peronaci, partecipando all'incontro 'Vaticano Spy Story' di Cortina Incontra – che ci fanno ritenere che una ragazzina di 15 anni fosse finita in un intrigo pazzesco, perché era una cittadina vaticana, a causa di poteri che non si conoscevano e tuttora non si conoscono''.
''Ci fu un allarme dei servizi segreti francesi prima del rapimento, le amiche di Emanuela furono pedinate, le loro famiglie allertate presero delle contromisure – ha proseguito il giornalista – in Italia e nel Vaticano oggi 30,40,50 persone che sanno. Qualcuno si alzi e dica quello che sa''.
Secondo Peronaci, ''le probabilità di conoscere la verita' sono scarse, ma la speranza c'e'. La famiglia ha diritto di sapere se e come e' morta, chi sono i responsabili e avere una tomba su cui portare un fiore''.
Nel corso dell'incontro, Giacomo Galeazzi, vaticanista del quotidiano La Stampa, e' intervenuto parlando del coinvolgimento della Banda della Magliana, ''i cui componenti godevano di protezione e copertura da parte di servizi segreti''. ''Non e' escluso – ha dichiarato da parte sua Sandro Provvisionato, giornalista e autore televisivo – che la Banda della Magliana abbia contribuito al rapimento come manovalanza, come base logistica, era difficile in quegli anni fare qualcosa a Roma senza di loro''.