CITTA' DEL VATICANO, 14 APR – Da quasi 30 anni la storia di Emanuela Orlandi e' ancora senza soluzioni chiare, nonostante i colpi di scena che periodicamente sono sembrati riaprirla.
LA SCOMPARSA – Emanuela Orlandi scompare verso le 19 del 22 giugno 1983, dopo essere uscita da una scuola di musica. La ragazza e' la figlia quindicenne di un messo della prefettura della Casa pontificia ed e' cittadina del Vaticano. A maggio era gia' scomparsa un'altra ragazza romana, Mirella Gregori. Un vigile dice di aver visto Emanuela parlare con un uomo a bordo di una 'Bmw' nera. Nei giorni successivi Roma e' tappezzata di manifesti di ricerca della ragazza. Nella vicenda entrano vari ''telefonisti'' (tra cui un cosiddetto ''amerikano''), mitomani, sciacalli o depistatori.
IL GIALLO INTERNAZIONALE – Quella che sembrava la comune scomparsa di una adolescente si trasforma in un ''giallo'' internazionale che coinvolge in pieno il Vaticano. Il presunto rapimento finisce infatti per intrecciarsi con l'attentato di Agca contro Papa Wojtyla. Il Papa interviene con una lunga serie di appelli. Il 5 luglio le prime telefonate, alla famiglia e alla segreteria di Stato Vaticana, che mette a disposizione un'utenza telefonica riservata. Emanuela sarebbe prigioniera di un sedicente ''fronte di liberazione anticristiano Turkesh'' che chiede la liberazione di Agca entro il 20 luglio. Agca prima dice che la ragazza e' stata rapita da agenti bulgari e dai Lupi Grigi, poi di essere stato costretto a continue invenzioni sul caso, tornato in Turchia da' la colpa ad agenti segreti vaticani.
LE SEGNALAZIONI – La presenza di Emanuela, negli anni, e' segnalata in diverse localita' ma le rivelazioni non risultano mai attendibili. Alla vicenda si aggiungono tentate estorsione al Vaticano. Nel 1995 Agca cambia versione:''Emanuela Orlandi e' libera in un convento di clausura''. Nel 2000 il giudice Ferdinando Imposimato dichiara che Emanuela vivrebbe in una comunita' islamica, dopo essere stata a lungo a Parigi.
L'INCHIESTA – Senza elementi, la prima inchiesta viene chiusa nel luglio 1997. Per il giudice vi e' ''il fondato convincimento che il movente politico-terroristico costituisca in realta' un'abile operazione di dissimulazione dell'effettivo movente del rapimento''.
IL TESCHIO – Nel 2001 il ritrovamento di un teschio in un confessionale della chiesa di San Gregorio VII (vicino al Vaticano) sembra riaprire la vicenda, ma le perizie sembrano escludere ogni legame con la Orlandi. Il teschio e' di circa 20 anni prima e di una donna, ma la sua eta' presunta e' di circa 10 anni maggiore di quella Emanuela.
SABRINA MINARDI E LA BANDA DELLA MAGLIANA – La banda della Magliana, che spesso era stata tirata in ballo nella vicenda, rientra in primo piano a giugno 2008 con le dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano e poi compagna di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda. Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo vicino all'Ospedale San Camillo.
RENATINO – Enrico De Pedis detto ''Renatino'', uno dei capi della banda della Magliana, ucciso nel febbraio 1990, e' stranamente sepolto nella cripta della basilica romana di Sant'Apollinare. Nel 2005 una telefonata a ''Chi l'ha visto ?'' suggeri' che per trovare la soluzione del caso bisognava andare a vedere chi e' sepolto nella cripta di Sant'Apollinare. Lo stesso anno il Vicariato di Roma nego' il consenso per la riesumazione del cadavere. Piu' recentemente e' stato fatto sapere che nessun ostacolo veniva opposto all'ispezione: posizione ribadita oggi dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi, compresa la disponibilita' al fatto che ''la salma sia tumulata altrove, perche' si ristabilisca la giusta serenita', rispondente alla natura di un ambiente sacro''.