ROMA – “In Vaticano tutti pensano che i nomi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non c’entrino nulla col ritrovamento delle ossa che ha avuto luogo sotto il pavimento della Nunziatura Apostolica di via Po a Roma”, dice, in un’intervista a Repubblica, monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica.
Già quando la magistratura cercava i resti di Emanuela a Sant’Apollinare disse che non li avrebbe trovati: “Anche allora – afferma – mi sembrava un’ipotesi priva di un reale fondamento. E lo confermo oggi. Non è inusuale trovare sotto le chiese o sotto gli edifici in zone extraterritoriali resti umani. Così credo che con Orlandi e Gregori questi resti non abbiano nulla a che fare: posso sempre sbagliarmi ma questo è il mio pensiero”. Girotti spiega che “prima di essere Nunziatura quella di via Po era una semplice abitazione. Era di un ebreo di Torino, il quale decise di lasciare in eredità la propria residenza romana a Papa Pio XII. Era il 1949”, “la Nunziatura in ogni caso venne spostata lì solo nel 1959. Quelle ossa possono appartenere a chiunque”.