Emanuela Orlandi. Villa Giorgina, l’ebreo fascista che si fece dichiarare non ebreo

Emanuela Orlandi e le ossa. Villa Giorgina, l'ebreo fascista che si fece dichiarare non ebreo
Emanuela Orlandi. Villa Giorgina, l’ebreo fascista che si fece dichiarare non ebreo (foto Ansa)

ROMA – Emanuela Orlandi. Il nome la storia mai scritta e tuttora ignota della ragazza sparita da decenni sono stati accostati forse senza motivo reale alla storia singolare di un edificio della Roma di inizio secolo scorso. Forse senza motivo (lo diranno le analisi del Dna) il ritrovamento di ossa umane sotto un pavimento di Villa Giorgina ha fatto pensare, immaginare possano essere quella della ragazza sparita. Per ora è una suggestione suffragata solo appunto dalla suggestione. E dal fatto che Villa Giorgina è da tempo la Nunziatura (l’ambasciata) del Vaticano in Italia.

Villa Giorgina ha di suo comunque una storia certa. Una storia singolare assai. Raccontata da Giuseppe Pullara sul Corriere della Sera. La storia di una dimora e del suo padrone, l’ebreo fascista che si fece dichiarare dal regime fascista non ebreo.

E’ il 1920 e un bravo e noto architetto del tempo progetta Villa Giorgina (che allora non si chiama certo così e nessuno immagina così possa chiamarsi in seguito). La commissione all’architetto è venuta da Isaia Levi, definito da Pullara ricco industriale tessile torinese. Isaia Levi è ebreo. E anche fascista. Fascista non per opportunità ma per convinzione. Fascista vero e convinto. Diventa senatore nel 1933, in pieno regime fascista.

Cinque anni, il 1938 e il fascismo vara le leggi razziali: gli ebrei razza inferiore e da emarginare. Però Isaia Levi riesce a farsi dichiarare dal governo un non ebreo. Nell’Italia di ogni tempo, quella fascista non fece certo eccezione, conoscenze e relazioni e favori resi possono tutto. Quindi Isaia Levi non più ebreo e ancora fascista continua a fare l’industriale nell’Italia che caccia gli ebrei da uffici e scuole e ministeri e esercito (ancora pochi anni e li consegnerà direttamente alla Gestapo e ai forni crematori).

Isaia Levi ha una moglie, Nella Coen. hanno una figlia, una bambina. Leucemia e la bambina muore. Il suo nome era Giorgina. La villa si chiamerà dunque Villa Giorgina. Passa la guerra, passa il fascismo, Isaia Levi si fa cattolico. E lascia Villa Giorgina e quasi tutti i suoi averi alla Chiesa cattolica. Altra singolare circostanza: nulla lasciato alla moglie. Papa Giovanni XXIII trasferirà poi appunto a Villa Giorgina la Nunziatura Apostolica in Italia che prima aveva altra sede in Roma.

Scrive Pullara di “atmosfera carica di colori ombrosi” intorno alla storia di questa dimora a via Po. Ora anche il ritrovamento di ossa umane. E molti anni prima la ancora non spiegata sparizione della moglie del custode. Sì, anche Emanuela Orlandi dovesse entraci nulla con Villa Giorgina, dietro quel cancello e dentro quelle mura c’è una storia, anzi l’intreccio nodoso di molte storie. Quasi nessuna che non sia drammaticamente singolare.    

Gestione cookie