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Emanuele Scieri, la procura militare: ucciso da tre caporali

ROMA – “Emanuele Scieri, il giovane allievo paracadutista della Folgore, originario di Siracusa, morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, fu ucciso da tre caporali che, nell’intenzione di punirlo perché stava telefonando, lo percossero, lo costrinsero a salire su una torre da cui lo fecero cadere e lo lasciarono agonizzante a terra”.

Almeno questa è la tesi, come racconta l’agenzia Ansa, della procura militare di Roma, diretta da Marco De Paolis.

Procura militare che ha emesso un avviso di conclusione indagini per il reato di “violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso”.

Quella sera del 13 agosto 1999, Emanuele era uscito con alcuni coetanei per una passeggiata nel centro di Pisa ed era rientrato in caserma alle 22.15. Ma al contrappello delle 23.45 non rispose. Il suo corpo fu trovato solo tre giorni dopo ai piedi della torre. 

Secondo la commissione d’inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre 2017, nella caserma “avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. La presidente della commissione, Sofia Amoddio (Pd), spiegò all’epoca: “La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane è stato aggredito prima di salire sulla scaletta”. (Fonti: Ansa, Il Tirreno).

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