Emergenza rifiuti Roma: almeno 6 mesi per nuova discarica e la Tares sale…

Emergenza rifiuti Roma: almeno 6 mesi per nuova discarica e la Tares sale...
Emergenza rifiuti Roma: almeno 6 mesi per nuova discarica e la Tares sale… (Foto LaPresse)

ROMA – L’emergenza rifiuti a Roma continua e la Tares per i cittadini della Capitale potrebbe essere più salata che altrove. La discarica di Malagrotta chiuderà il 1° ottobre, ma per realizzare una nuova discarica serviranno tra i sei e i nove mesi. In quel tempo però i rifiuti romani andranno esportati al Nord Europa, procedimento che costerà caro ai cittadini.

L’assessore all’Ambiente, Estella Marino, spiega che entro il 31 luglio sarà individuata la sede della nuova  discarica e il Comune è pronto a difendere la sua scelta. E se tra le possibili scelte c’è la cava di Selvotta, i cittadini della zona già da Facebook annunciano battaglia.

Estella Marino ha spiegato il problema rifiuti durante la presentazione del libro di Massimiliano Iervolino, “Roma, la guerra dei rifiuti”, riporta Mauro Evangelisti su Il Messaggero:

“«Il problema dei rifiuti è drammatico perché non dà tempo. Ogni giorno ci sono 4.500 tonnellate da smaltire». E dal primo ottobre Roma si troverà senza un impianto dove portare gli scarti del trattamento. «Non svelo niente, per fare una nuova discarica, tenendo conto della stesura del progetto, dell’autorizzazione e dei tempi di realizzazione, serviranno tra i sei e i nove mesi. Per sei mesi, dunque, Roma porterà i rifiuti all’estero o in altre regioni».

Insomma la tassa sui rifiuti è destinata ad aumentare a Roma:

” «Non vogliamo arrivare impreparati quando partirà questa fase. I tecnici stanno calcolando quanto costerà il trasferimento dei rifiuti. Valutiamo tutti gli scenari. Noi vorremmo evitare di gravare sulle tasche dei cittadini. Ma la necessità di una soluzione tampone comporta dei costi aggiuntivi, non c’è dubbio. D’altra parte, se siamo arrivati a questo è per le scelte non fatte dalla politica, da chi non si è assunto responsabilità per tempo»”.

Anche il sindaco Ignazio Marino conferma quanto dichiarato dall’assessore:

“«C’è la mia determinazione a chiudere Malagrotta. I siti alternativi vanno ricercati su due principi: uno idrogeologico ed uno strutturale e di salute. Una volta identificato il sito, per prepararlo occorreranno diversi mesi. Se vogliamo chiudere a fine estate Malagrotta, i rifiuti dovremo trasportarli in altri luoghi. Una possibilità è il Nord Europa»”.

Ma trovare la sede di una nuova discarica non sarà facile. La commissione rifiuti guidata dal prefetto Goffredo Sottile sta già da tempo valutando nuovi siti. Tra questi la cava di Selvotta, dove i cittadini si preparano già alla battaglia.

L’assessore Marino spiega che il Comune non si lascerà intimidire dalle proteste:

“«Lo so, l’indicazione della discarica, porterà a un periodo di fibrillazione. In passato prima si sono indicate le aree, poi si sono fatti gli approfondimenti tecnici. Inaccettabile. Ho chiesto che sulle aree in esame facciano tutte le verifiche, con attenzione, prima di decidere. Prendiamoci il tempo necessario, anche se entro il 31 luglio ci sarà una decisione. A quel punto, certo avremo il coraggio di sostenere la responsabilità delle scelte. Lo so che ci saranno problemi, ma dovremo spiegare alla popolazione che non realizzeremo un’altra Malagrotta, perché in discarica andranno solo rifiuti già trattati. E comunque sarà una quantità destinata a diminuire perché la differenziata aumenterà”.

Intanto su Facebook è già nato un comitato “No rifiuti di Roma nella cava di Selvotta”, comitato che ha convocato una riunione per il 25 luglio.

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