ROMA – Soldi delle donazioni finiti a pagare case sul Mar Rosso, viaggi in hotel di lusso a Malta e ricoveri in cliniche lombarde di alta chirurgia odontoiatrica. Secondo quanto scrive il Giornale è quello che succedeva all‘Enpa, l’Ente nazionale per la protezione degli animali. Ma l’associazione smentisce.
La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta. Si indaga, scrive il Giornale, su “bonifici e pagamenti che fanno rabbrividire i veri volontari”.
A dare un’idea delle cifre di cui si parla il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ricorda che solo nel 2011 i fondi raccolti dall’Enpa ammontavano a “11 milioni di euro tra gestione di canili, quote del 5 per mille, donazioni e lasciti“.
Scrive il Giornale:
“Tra i riscontri delle spese sospette ci sarebbero anche scooter, ristrutturazioni di interni, prelievi in contanti effettuati con regolare frequenza. A partire, almeno, dal 2007. Soldi che quasi sempre non uscivano direttamente dalle casse di Enpa, ma transitavano prima da altre associazioni animaliste e a Fondazioni, sui cui conti Enpa non aveva più motivo di esercitare controlli. Quindi formalmente certi assegni non comparivano nei bilanci di quella che resta una delle più grandi onlus italiane del settore. Il fatto è che già nella relazione dei revisori dei conti Enpa a fine 2011 veniva segnalata la presenza di ‘crediti’ dell’ente per somme versate alla Fondazione Ligure Diritti Animali (775mila euro) e alla Fondazione Diritti Animali (300mila euro), nei cui consigli direttivi figuravano peraltro come amministratori alcuni dirigenti della stessa Enpa. Proprio come avveniva in varie associazioni alle quali venivano girate altre cifre consistenti”.
A riguardo pubblichiamo la rettifica dell’Enpa:
Ai sensi è per gli effetti della Legge sulla stampa, si chiede la pubblicazione della seguente rettifica in relazione agli articoli pubblicati su «il Giornale» di giovedì 28 marzo 2013 («Animalopoli» all’Enpa fondi spesi in case e hotel» – edizione nazionale, a firma di Diego Pistacchi e «Scatole cinesi. Quei bonifici autorizzati dalla Fondazione ligure per i diritti degli animali» – edizione di Genova, a firma di Diego Pistacchi):
«Appare ingiurioso rappresentare Enpa come complice di presunte utilizzazioni improprie di fondi quando la prima ad essere danneggiata è proprio l’associazione.
Per ristabilire la verità storica dei fatti e ricostruire la vicenda. Enpa evidenzia che Piero Villa è stato nominato Tesoriere nel 2003 svolgendo il suo compito istituzionale sino a giugno 2012. Nel corso dell’anno 2012 sono sorte profonde divergenze sulla gestione degli uffici di tesoreria evidenziate dal Collegio dei Revisori e dal Consiglio Nazionale: divergenze che hanno portato alle dimissioni del Tesoriere nazionale. Eventuali responsabilità personali del Tesoriere che esulano dall’attività istituzionale – anch’esse evidenziate dal Consiglio Nazionale e dal Collegio dei Revisori dei Conti – sono state portate tempestivamente all’attenzione degli organi giudiziari competenti dai quali Enpa attende con serenità l’esito. Allorquando e solo in quella fase saranno acclarate eventuali condotte lesive degli interessi patrimoniali e di immagine dell’Enpa, sarà cura dell’associazione promuovere ogni opportuna azione.
Attualmente il nuovo Tesoriere Nazionale, sulla base delle indicazioni degli organi istituzionali, sta proseguendo la sua attività nella massima trasparenza informando in maniera precisa, puntuale e frequente gli organi di controllo gestionale.
Non si può quindi accusare i vertici Enpa di inerzia, né si può attribuire agli organismi dell’associazione un atteggiamento di silenzio rispetto ai fatti.
Non risulta vera la circostanza secondo la quale al dottor Suprani siano state chiuse le porte e i libri contabili. Fino al giorno delle sue dimissioni (dimissioni volontarie), la documentazione è sempre stata a disposizione del Revisore».
Il Presidente Nazionale Enpa Carla Rocchi
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