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Equitalia condannata: non può riscuotere cartelle scadute altrimenti risarcisce

di Elisa D'Alto |8 Gennaio 2013 9:23

Equitalia condannata: non può riscuotere cartelle scadute, altrimenti risarcisce

SALERNO – Non si può essere debitori all’infinito e quindi, secondo questo principio, se Equitalia tarda oltre i limiti di legge a notificare le cartelle il contribuente può dormire sonni tranquilli. Ovvero: il creditore è nel torto e il debitore non deve più versare la somma richiesta, anzi, ha diritto a un risarcimento. E’ il principio fissato da un giudice civile di Salerno: se Equitalia insiste a chiedere pagamenti oltre la scadenza vuol dire che sta aggredendo il contribuente senza averne titolo.

Già nel 2005 la Corte Costituzionale aveva imposto al legislatore di fissare un termine entro il quale lo Stato può esigere i suoi crediti, come stabilito poi dal decreto legge del 17 giugno 2005. Il 2 gennaio Equitalia ha fatto ricorso contro la sentenza di Salerno e quanto al risarcimento è ancora presto per parlarne. L’avvocato del contribuente salernitano, Angelo Dente, ha commentato: “Equitalia non solo deve ritenersi equiparata a qualsiasi creditore, ma soprattutto che in virtù di tale status si applica l’articolo 10 dello statuto del contribuente , il quale espressamente prevede che i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria siano improntati alla buona fede”. E battere cassa mesi o anni dopo la scadenza della cartella non rientra nel criterio di “buona fede”.

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