“Equitalia istiga al suicidio”. Mauro Merlino assolto: non fu diffamazione

"Equitalia istiga al suicidio". Mauro Merlino assolto: non fu diffamazione
“Equitalia istiga al suicidio”. Mauro Merlino assolto: non fu diffamazione

MODENA – Correva l’anno 2011 quando Mauro Merlino, disoccupato di Fiorano, in provincia di Modena, perse il posto di operaio per delocalizzazione della fabbrica in cui lavorava. Decise di sfogare la sua frustrazione sul web e in uno dei tanti video pubblicati su YouTube gridò la sua rabbia contro Equitalia, accusandola di “istigazione al suicidio”. Ma quel grido, uguale a tanti altri che corrono in rete, non passò inosservato. L’allora direttore dell’agenzia di riscossione, Attilio Befera, si risentì e lo denunciò per diffamazione. Oggi, a distanza di quattro anni, un giudice ha però dato ragione all’ex operaio e lo ha assolto con formula piena.

Il caso del disoccupato denunciato da Equitalia è stato seguito in tutta Italia con manifestazioni a sostegno di Merlino ad ogni udienza del processo e iniziative di protesta contro Equitalia. Negli ultimi mesi l’operaio aveva addirittura cominciato uno sciopero della fame e della sete. E martedì 28 giugno, giorno della sentenza, si è presentato in Tribunale con le manette ai polsi.

Del resto l’operaio non è nuovo a questi gesti eclatanti. L’anno prima del famigerato video contro Equitalia aveva già fatto parlare di sé arrivando a mettere un rene in vendita per pagare le bollette. “Le ho provate tutte per trovare un altro posto – raccontava – ma senza grandi risultati. Mi sarebbe andato bene un lavoro di qualsiasi tipo, per poter mantenere la mia famiglia. Essere disoccupati a 40 anni è come essere tagliati fuori dal mondo. Ma nessuno mi ha aiutato”.

Così l’anno seguente, quando legge sui giornali della morte di Giuseppe Campaniello, artigiano edile che il 28 marzo 2013, oberato dai debiti, si tolse la vita dandosi fuoco davanti alla Commissione tributaria di Bologna, sbotta: “Volevo sfogarmi, dire la mia, perché da anni vedo solo porte chiuse davanti a me, e perché ogni giorno apro il giornale e leggo di imprenditori che si suicidano per crisi. Non è giusto”.

Così è finito in Tribunale, accusato da Befera di aver colpito Equitalia nella reputazione e nell’onore. “È una vittoria nei confronti del potere – esulta oggi alla notizia della sua assoluzione – e una vittoria per tutti gli inascoltati senza voce. Finalmente, dopo quattro anni posso riposarmi”.

 

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