Eredità Agnelli: il giudice di Torino non ammette le 48 domande di Margherita
Sono 48 le domande vietate sull’eredità Agnelli, ma non arriveranno in aula perché il tribunale di Torino le ha respinte. Margherita Agnelli de Pahlen le avrebbe volute porre ai testimoni, ai manager Guanluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron per il patrimonio.
Al centro del contenzioso c’è una frase detta a voce dall’Avvocato Agnelli che affidava la gestione dei suoi fondi ai tre, ma secondo la madre di Lapo Elkann ancora ci sono molti risvolti da chiarire. Margherita ha anche assoldato degli investigatori dell’agenzia Kroll per fare luce sulla questione Zunino, che comprò il lingotto da Fiat. Il rapporto su questo aspetto però è estraneo dal fascicolo giudiziario, anche questo non sarà portato in aula.
Tra un mese il tribunale potrebbe pronunciarsi definitivamente, ma non ci saranno le domande e soprattutto mancheranno le risposte. Fra le tante Margherita Agnelli vorrebbe sapere: «Vero che a partire dall’inizio degli anni Settanta il dottor Gabetti ha fatto in modo che Donna Marella Caracciolo assumesse la residenza svizzera, raggiungendo, con i competenti uffici fiscali di quel Paese, un cosiddetto accordo di tassazione a forfait destinato ai cittadini stranieri?». E ancora: «Vero che tutte o parte delle azioni Exor cedute mediante Opa nel 1998 la cui titolarità era rimasta sconosciuta erano direttamente o indirettamente riconducibili a Giovanni Agnelli quale beneficiario economico?».
La signora de Pahlen «ha ricostruito documentalmente quantomeno l’esistenza di un patrimonio iniziale all’estero del proprio padre pari a circa 24 milioni di euro» e sarebbero «disponibilità liquide depositate su conti bancari all’estero riferibili storicamente alla famiglia Agnelli e che verosimilmente sono pervenute al senatore Agnelli in via ereditaria».