Margherita Agnelli non avrà l’eredità: valida rinuncia fatta in Svizzera

TORINO, 10 APR – Ancora semaforo rosso per Margherita Agnelli de Pahlen. La figlia di Gianni Agnelli si vede respingere anche dalla Corte d’appello, a Torino, il ricorso con cui chiedeva di rimettere in discussione l’eredita’ del padre. I giudici della seconda sezione civile hanno confermato, nella sostanza, la decisione presa dal tribunale nel maggio del 2010. L’iniziativa legale di Margherita Agnelli aveva interessato la madre, donna Marella Caracciolo Agnelli, e tre persone di fiducia del padre, Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e il commercialista svizzero Siegfried Maron, indicati come gli amministratori del patrimonio.

”Le sentenze non si commentano ma si leggono e, se non convincono, si impugnano in Cassazione”: questa la dichiarazione dell’avvocato Andrea Galasso, che con i colleghi Michele Galasso e Paolo Carbone ha assistito la ricorrente. Dalla parte dei convenuti nessun commento ufficiale, ma fonti vicine a donna Marella, oltre alla ”soddisfazione”, esprimono il desiderio della fine dei contrasti non solo giudiziari. La vedova dell’Avvocato compira’ 85 anni il prossimo 4 maggio e ”la speranza – e’ quanto viene riferito all’ANSA – e’ che questa occasione felice possa riportare definitivamente la pace in famiglia”.

Gianni Agnelli mori’ a Torino, ottantunenne, il 24 gennaio 2003. Nel 2004 Margherita stipulo’ con la madre, in Svizzera, un accordo di rinuncia all’asse ereditario, cedendo le sue quote dell’accomandita che controlla il gruppo di famiglia e ottenendo ville, immobili, titoli azionari e opere d’arte per un valore quantificato in un miliardo e 166 milioni. Nel 2007, pero’, affermando di non essere mai stata portata a conoscenza dell’ammontare esatto delle sostanze dell’Avvocato, si rivolse al tribunale di Torino, chiedendo l’annullamento dell’intesa svizzera e un rendiconto completo di beni e attivita’. Margherita, all’epoca, era assistita dall’avvocato Girolamo Abbatescianni, che pero’ sostitui’ con i legali dello studio Galasso (e con Carbone) alla vigilia della sentenza di primo grado.

Uno degli avvocati che la seguiva in occasione dell’accordo del 2004, Emanuele Gamna, e’ stato condannato a otto mesi (in appello) con l’accusa di non avere fatturato l’intera parcella. Margherita Agnelli dovra’ rifondere alle quattro ”parti appellate” le spese di lite: 18 mila euro ciascuna, per un totale di 72 mila.

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