Ergastolo a Roberto Spaccino. Picchiò e soffocò la moglie Barbara Cicioni, incinta di otto mesi e madre di due figli

Pubblicato il 16 Maggio 2009 - 21:40| Aggiornato il 17 Maggio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Una ‘pena senza fine mai’. E’ quella che la Corte d’Assise di Perugia, presieduta da Giancarlo Massei, ha pronunciato nei confronti di Roberto Spaccino, di 39 anni umbro residente a Compignano di Marsciano. L’uomo e’ stato ritenuto responsabile dell’omicidio della moglie, la 33enne Barbara Cicioni, incinta all’ottavo mese di gravidanza e madre di 2 bambini, avvenuto nella casa coniugale la notte tra il 24 ed il 25 maggio 2006. In quasi 10 ore di camera di consiglio, la Corte ha dato credito alla ricostruzione dell’accusa; il Pm Antonella Duchini aveva chiesto la massima pena ritenendo Spaccino un violento abituale, autore di numerosi maltrattamenti nei confronti della moglie culminati, la notte del delitto, nell’ennesima lite, le botte e poi nel soffocarla con un cuscino e nella lucidita’ di simulare un furto per cercare di discolparsi. L’imputato, che ha sempre respinto ogni addebito e per il quale i legali Michele Titoli e Luca Gentili avevano chiesto l’assoluzione, non era in aula alla lettura del verdetto. Si trova nel carcere di Terni, dove da stamani mattina era raccolto in preghiera nella cappella dell’istituto di pena. Presenti invece, oltre a qualcuno dei suoi familiari, i congiunti della moglie costituitisi parte civile unitamente a due associazioni femministe.