NAPOLI – Eruzione del Vesuvio, pronto il piano di sicurezza per sgomberare gli abitanti del versante vesuviano e di quello flegreo. Nel caso di un’eruzione vulcanica un milione di sfollati napoletani potrebbero essere trasferiti temporaneamente nelle varie regioni italiane.
Il piano è stato predisposto dalla Protezione Civile per la zona del bradisismo flegreo grazie alla solidarietà dei rappresentanti di tutte le amministrazioni nazionali, sottolinea Franco Mancusi sul quotidiano Il Mattino.
Naturalmente, spiega Mancusi, nella decisione degli assessori “ha influito la garanzia di adeguate compensazioni finanziarie”, che la Campania potrà richiedere in modo graduale attraverso i previsti capitoli della Comunità Europea.
“Anche se al momento non esiste alcun segnale di allarme, preparare un futuro di sicurezza per le nostre generazioni sarà un dovere morale”, ha spiegato l’onorevole Nello Di Nardo, consigliere del presidente Vincenzo De Luca per i problemi della Protezione Civile.
Ma dove verranno distribuiti i cittadini del versante vesuviano e flegreo nel caso, per ora molto remoto, di una eruzione del vulcano?
- Pozzuoli: i cittadini di Pozzuoli saranno trasferiti in Lombardia.
- Bacoli: andranno in Umbria e Marche.
- Monte di Procida: in Abruzzo e Molise.
- Quarto: in Toscana.
- Bagnoli: in Basilicata e Calabria.
- Soccavo: in Emilia Romagna.
- Pianura: in Puglia.
- Chiaiano: in Friuli Venezia Giulia.
- Fuorigrotta: nel Lazio.
- Vomero: in Piemonte e Valle d’Aosta.
- Arenella: in Veneto.
- Posillipo: in Sardegna.
- Chiaia e San Ferdinando: in Sicilia.
Spiega Mancusi sul Mattino:
“L’approvazione dei gemellaggi, con la destinazione degli sfollati fuori regione, costituiva il punto critico di maggiore importanza, anche in vista delle «prove di fuga» che a breve termine dovranno coinvolgere campioni di popolazione sia del versante vesuviano che di quello flegreo. Naturalmente, però, l’atteso piano di sicurezza dell’area puteolana comprende molti altri punti di particolare importanza. Cominciando esattamente dal completamento della rete stradale di uscita dalla zona del rischio.
Al momento, in caso di emergenza, sarebbe un’impresa raggiungere la Tangenziale e i caselli autostradali. In diverse occasioni fu sfiorata la tragedia nei giorni convulsi della crisi provocata nei primi anni 80 dal bradisismo nelle strade del centro storico di Pozzuoli. Per non parlare della necessità impellente di adeguare alle possibili emergenze di una eruzione vulcanica le reti ferroviarie locali, i fondali dei porti, gli ospedali, le infrastrutture essenziali”.