Esplosione Catania innescata dalla motosega dei vigili del fuoco: scintille su gas. La tesi della Procura

Esplosione Catania innescata dalla motosega dei vigili del fuoco: scintille su gas. La tesi della Procura
Esplosione Catania innescata dalla motosega dei vigili del fuoco: scintille su gas. La tesi della Procura

CATANIA – Le scintille fatte dalla motosega che i vigili del fuoco hanno utilizzato per tagliare la catena che bloccava la porta dell’edificio avrebbero innescato l’esplosione dopo la fuga di gas.

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E’ quello che ipotizza la Procura da una prima ricostruzione sulle cause dell’esplosione di via Sacchero, traversa di via Garibaldi, a Catania, che ha causato la morte di tre persone. I pompieri intervenuti avrebbero “commesso una cattiva valutazione dei fatti e lavorato su una porta pensando non fosse collegata allo stesso locale già saturo di gas”, è l’ipotesi della Procura che ha indagato, come iniziativa preliminare a atti irripetibili, Marcello Tavormina, 54 anni, il capo squadra dei vigili del fuoco travolti dall’esplosione.

Nell’esplosione sono morte tre persone: l’anziano che vi abitava, Giuseppe Longo, 75 anni, e due pompieri, Dario Ambiamonte, di 40 anni, e Giorgio Grammatico, di 38. Sono rimasti gravemente feriti il vigile del fuoco Giuseppe Cannavò, 36 anni, e lo stesso Tavormina.

Le ipotesi di reato avanzate dalla Procura sono disastro colposo e omicidio colposo plurimo. La svolta, preliminare nell’inchiesta, arriva dopo l’interrogatorio da parte della squadra mobile della Questura di un testimone, Felice Lizio, che abita nella stessa via dove è avvenuta l’esplosione, che ha raccontato di avere visto un pompiere “usare un arnese per tagliare il lucchetto della seconda porta dell’abitazione”. “Io gli ho detto ‘ma che sta facendo’ e -sostiene Lizio – lui mi ha risposto, ‘si allontani’. Ho fatto due passi, riuscendo a tirare per la giacca il mio vicino di casa, e c’è stata l’esplosione”.

Una ricostruzione alla quale non credono colleghi in servizio e in pensione dei vigili del fuoco: “Non esiste, non è possibile, perché era una squadra preparata e ogni vigile del fuoco sa che non si usa in questi casi: lo hanno visto prendere un arnese e hanno fantasticato”, commenta Andrea Platania, 65 anni, da 5 in pensione dopo 40 al lavoro da caposquadra dei vigili del fuoco a Catania, mentre all’ospedale Garibaldi aspetta notizie sui due feriti. Il comando nazionale dei vigili del fuoco mette nero su bianco, in una nota, e dice che “non emergono al momento elementi che
indichino un innesco provocato dall’esterno per l’uso di attrezzature da parte dei vigili del fuoco”, sottolineando che “sono in corso gli accertamenti per stabilire la dinamica”.

Resta ancora sotto choc il pompiere rimasto illeso nell’esplosione: “Ero vicino al nostro mezzo di trasporto, perché dovevo prendere degli attrezzi – ha ricostruito agli investigatori – quando ho sentito la violenta esplosione: non ho visto cosa è accaduto prima, ma dopo la scena à stata drammatica. Non la dimenticherò mai”. Ai vigili del fuoco sono arrivati messaggi di vicinanza e solidarietà dal mondo della politica, dal sindacato e dalla società civile. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “solidale vicinanza” in “questa dolorosa circostanza” inviando “ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio e ai Vigili del Fuoco rimasti feriti gli auguri di pronta guarigione”. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha reso noto che proclamerà il lutto cittadino il giorno dei funerali.

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