MILANO – Un tifoso del Brescia sarebbe stato ridotto in fin di vita dagli agenti di polizia, massacrato a manganellate e poi in coma dal quale si risveglia miracolosamante. Il racconto-inchiesta è stato pubblicato dal settimanale l’Espresso e parla di verbali falsi e bugie per coprire i colpevoli.
Alla fine sarebbe stata una poliziotta, un commissario, che vincendo omertà e depistaggi a indagare per portare i responsabili a processo. E’ questa in sintesi la cronaca che fa il settimanale di un pestaggio avvenuto il 24 settembre del 2005 a Verona, dopo una trasferta del Brescia.
Il processo dovrebbe cominciare domani 25 marzo a Verona dopo un rinvio a giudizio seguito a due richieste di archiviazione perché il pm sosteneva che i caschi impedivano di riconoscere gli agenti picchiatori. Vittima del pestaggio è Paolo Scaroni, oggi 34 anni e il 100 per 100 di invalidità civile.
Sarebbe ancora intubato – racconta l’Espresso – quando, alla fine del 2005, avrebbe cominciato a raccontare tutto a una poliziotta, che avrebbe avuto il coraggio di aprire un’inchiesta sui colleghi. La commissaria avrebbe poi indagato in solitudine e avrebbe scoperto verbali truccati e delle testimonianze insabbiate.
Alla sbarra ci sarebbero otto poliziotti. ”La mia storia è simile a quella di Federico Aldovrandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani – dice Scaroni – la differenza è che io sono ancora vivo e posso parlare”.