Esproprio non risarcito: Italia condannata a pagare 1 milione di euro

Pubblicato il 16 Marzo 2010 - 19:28 OLTRE 6 MESI FA

L’Italia è stata ancora una volta condannata per un esproprio risarcito inadeguatamente. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che dovrà pagare un milione di euro a favore dell’unico erede di Pietro Bruno Di Belmonte, nato a Ispica, provincia di Ragusa nel 1923 e morto nel 2004, prima di poter vedere la parola fine ad una vicenda durata 27 anni.

Era il 1983 quando il comune di Ispica espropriò al signor Di Belmonte 50mila mq di terreno edificabile per costruire delle case popolari. Pietro Bruno Di Belmonte fece allora causa al comune e 7 anni dopo, con una sentenza divenuta definitiva 8 maggio 1991, la Corte d’appello di Catania stabilì che aveva diritto a essere compensato per il terreno con una cifra che in euro sarebbe pari a circa un milione e 850 mila euro. Nel giugno dello stesso anno il signor Di Belmonte richiese formalmente la somma dovutagli, ma invano. Un mese dopo presentò un’ingiunzione di pagamento al Tar della Sicilia. Dovrà però attendere quasi un anno per ricevere solo parte della somma, circa 800 mila euro.

Per ottenere il resto dovrà invece continuare a ricorrere al Tar ed aspettare fino al 1995. Nel frattempo la somma, in virtù degli interessi maturati è salita a quasi due milioni e mezzo di euro. Ma quando il signor Pietro è andato a riscuotere gli è stato dato solo mezzo milione di euro perchè il resto gli è stato trattenuto come tassa, in base a una legge entrata in vigore nel 1991.

Oggi i giudici di Strasburgo hanno stabilito che lo Stato italiano non poteva, in questo caso particolare, applicare retroattivamente una legge entrata in vigore sette mesi dopo la sentenza con cui si stabiliva il risarcimento dovuto, anche perchè se le autorità avessero versato nei tempi stabiliti l’ammontare, la legge in questione non sarebbe stata ancora in vigore.