ROMA, 13 LUG – Tre milioni di bambini nel mondo, ogni anno, vanno incontro ad infortuni in acqua: pericolo di annegamento, malori, incidenti e i decessi che si registrano solo per annegamento toccano quota 175mila per i bimbi e i ragazzi fino ai 17 anni. I dati di quella che potrebbe essere definita la strage silenziosa dell'acqua sono dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il fenomeno dell'annegamento, secondo l'Oms, è una delle principali cause di mortalità accidentale tra i più piccoli, per questo, anche per il 2011, il Ministero della Salute promuove una campagna d'educazione dal nome 'Acquaticità e Sicurezza 0/12 anni – Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare'. L'ideatore della campagna, che ha realizzato anche spot, dvd e una guida cartacea è Nicola Brischigiaro, campione mondiale di immersione in apnea ed esperto in educazione acquatica, fondatore dell'Acquatic Education Apnea National School.
Negli ultimi anni, la campagna di Brischigiaro è stata supportata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini e dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, entrambi esperti subacquei e attenti alle problematiche connesse all'acqua. Nei Paesi industrializzati la maggior parte degli annegamenti e semiannegamenti che coinvolgono i bambini avvengono nelle minipiscine o nelle piscine (private e pubbliche).
Per questo, secondo Brischigiaro, è necessario iniziare, con i bambini, un percorso educativo che parta dalle mura domestiche, con il primo bagnetto, per poi arrivare alla spiaggia o alla piscina, dove i genitori devono essere capaci di valutare le capacità del proprio figlio e non lasciarlo solo nelle prime esperienze con l'acqua o in tratti isolati.
Un discorso a parte merita il capitolo della valutazione delle capacità. Il campione ricorda che saper nuotare significa spostarsi in acqua con il miglior rendimento possibile e riuscire a galleggiare con facilità rimanendo fermi in un punto. Se non si sa nuotare, suggerisce Brischigiaro, è meglio non entrare in acqua al di sopra della cintura.
E nonostante gli 8mila chilometri di coste, gli italiani non mostrano di essere provetti nuotatori: oltre il 40% non sa nuotare o nuota in modo approssimativo e il 50% afferma di aver paura dell'acqua alta.