Eternit, il prof. Antonio Bergamaschi: “Ancora migliaia a rischio cancro in Italia”

ROMA – Potrebbero essere ancora ''alcune migliaia'' in Italia gli 'ex lavoratori' dell'amianto a rischio di sviluppare un cancro ai polmoni. La stima e' del direttore dell'Istituto di Medicina del lavoro dell'Universita' Cattolica di Roma Antonio Bergamaschi, il quale precisa come si sia comunque in una ''fase discendente della curva dei casi''.

''Il rischio per la salute legato all'amianto – spiega l'esperto – e' conosciuto dagli anni Settanta, ma fino al 1992 sono state in vigore norme di protezione che comunque ne consentivano l'impiego. Solo dal 1992, dunque, l'uso dell' amianto e' vietato in Italia sulla base di norme comunitarie''.

Nel nostro Paese, rileva Bergamaschi, ''sono stati centinaia di migliaia i lavoratori che hanno trattato l'amianto fino al 1992''.

Il pericolo nasce dal fatto, afferma l'esperto, che ''la comparsa di tumore alla pleura a causa dell'esposizione ad amianto puo' verificarsi anche ad oltre 25 anni di distanza temporale. Dunque, esiste ancora una popolazione di lavoratori a rischio che negli anni Ottanta-Novanta hanno appunto lavorato a contatto con questa sostanza''.

Fondamentale, secondo Bergamaschi, e' dunque l'attivazione di controlli sanitari mirati: ''Quello che manca – conclude – e' un sistema di controllo sanitario a livello nazionale sugli ex lavoratori dell'amianto. Questo tipo di controlli esistono cioe' solo in alcune regioni, ma mancano un sistema di coordinamento e centri di riferimento specifici che sarebbero invece essenziali ai fini di una eventuale diagnosi tempestiva''.

Gestione cookie