Europride, Roma accoglie l'orgoglio gay: sfilano i rainbow

ROMA, 11 GIU – L'orgoglio gay invade la capitale con
tutti i suoi colori e la richiesta di ''uguali diritti''. In
tantissimi, oltre cinquecentomila per gli organizzatori, sono
arrivati da tutta Europa per rivendicare i diritti della
comunita' non solo gay ma anche lesbo, bisex e transgender: per
le unioni civili e contro la discriminazione, per la laicita' e
contro le violenze. Una marcia colorata, a tratti eccessiva,
trasgressiva e sulle note della madrina, l'istrionica Lady Gaga,
con l'obiettivo di superare il ''gap antistorico'' basato su un
orientamento sessuale che discrimina ed emargina.
Roma, citta' tollerante aveva anticipato il sindaco Gianni
Alemanno, ha accolto la comunita' rainbow che ha invaso le
strade del centro con i costumi ose' delle drag queen, i
manifesti di Amnesty International, i genitori di figli gay, i
figli di genitori dello stesso sesso, il composito mondo dei
trans, gli attivisti omosessuali insieme a quegli etero venuti a
sostenere una ''giusta causa''. Il tutto nello stile
inconfondibile dei pride, reso piu' speciale quest'anno dalla
partecipazione di un ospite d'eccezione: la pop star Lady Gaga,
volata in Italia per sostenere l'iniziativa. Tanto che qualcuno
dei manifestanti osa una corona di spine come il protagonista
del controverso video 'Judas'.
A lei sono dedicate musiche, costumi e manifesti della mega
parata: parrucche bionde, t-shirt con su scritto 'Habemus Gaga',
fan in fibrillazione sin dal primo pomeriggio per l'apparizione
della diva. Ma in piazza i temi veri sono altri. Nichi Vendola,
leader di Sinistra Ecologia e Liberta', dalla testa del corteo
interviene sulle unioni civili e auspica che ''al centro, a
sinistra e a destra, tutti condividano la necessita' di rendere
alle coppie di fatto un riconoscimento giuridico''. Al suo
fianco, la deputata del Pd Paola Concia affonda: in tema di
diritti Lgbt ''veniamo considerati dall'estero un Paese
bisognoso''. Tra i volti della politica locale presente alla
parata anche la governatrice del Lazio Renata Polverini che
raggiunge i manifestanti a piazza della Repubblica e, seppur
contestata da un piccolo gruppo di persone, ribadisce il suo
''impegno contro l'omofobia''.
Tra i quaranta carri allegorici e le maestose drag queen,
spuntano i cartelli di chi ha fatto un lungo viaggio per
sostenere la battaglia italiana. Un gruppo di attivisti inglese
marcia rivendicando ''equality and human rights for all'' ed
alcune ragazze giunte dal Portogallo spiegano: ''Per i diritti
bisogna essere uniti''. Poi le provocazioni, anche forti. Su
alcuni cartelli campeggia l'immagine ritoccata di Benedetto XVI
con la frase 'Veste Prada, ma e' amica di Satana', altri
manifesti condannano episodi di pedofilia clericale.
Mentre la grande, colorata parata percorre Roma, da Piazza
della Repubblica a Circo Massimo, a San Giovanni vanno in scena
i 'nemici' giurati dell'Europride. ''No al gay pride, si' alla
famiglia'', si legge su alcuni cartelli di Militia Christi. E
anche al Colosseo per pochi minuti viene srotolato uno
striscione con su scritto: ''Roma capoccia della tradizione''
firmato Forza Nuova e una croce celtica. Episodi isolati che,
comunque, non turbano il fluire della parata, tant'e' che il
sindaco Gianni Alemanno sottolinea: ''Abbiamo smentito ogni
illazione di Roma come citta' intollerante''. E infatti i romani
hanno sfoderato tolleranza e curiosita'. Molti hanno fotografato
o si sono fatti fotografare con le drag queen. Alcune famiglie
si sono unite al pride con figli al seguito, persino nei
passeggini. Questa forse l'immagine piu' vera di un paese civile
che dice che e' giunta l'ora di ''pari diritti per tutti''.

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