Expo, ultimatum Bie: "Al via cantieri o è a rischio"

MILANO – L'Expo di Milano rischia di saltare se il mese prossimo non partiranno le prime gare, se a ottobre non apriranno i cantieri per la bonifica dei terreni dove saranno costruiti i padiglioni e se il governo non togliera' alla societa' di gestione l'attuale tetto per le spese ordinarie, che è al 4%.

Il segretario generale del Bureau des Expositions, Vicente Loscertales, è venuto con il suo sorriso cortese ma con parole decise a ribadirlo nella sua due giorni milanese iniziata oggi con una serie di incontri istituzionali con il presidente della Regione Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Provincia Guido Podestà e il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli.

Il viaggio era annunciato da tempo, e deciso ''per fare chiarezza'', cioè per chiedere di partire al più presto senza ritardi, di usare un ''linguaggio unico'', cioè evitare polemiche, e di coinvolgere la gente perche' dalla gente dipende il successo dell'Expo.

La questione della proprietà delle aree, motivo principale per cui finora non sono partiti i lavori, è ormai data per archiviata. La Regione ha costituito Arexpo, la società che entro la fine di luglio perfezionerà l'acquisto dai proprietari, cioè la Fiera (che entrerà in Arexpo) e il gruppo Cabassi. Nella newco entrerà poi il Comune, anche se pare ormai certo che non prenderà la maggioranza assoluta delle quote, come aveva invece previsto l'ex sindaco Letizia Moratti. D'altronde per essere decisivi, ha ricordato il sindaco Giuliano Pisapia, non serve avere il 51%.

Sembrano (per ora) archiviate anche le polemiche sull'orto planetario, inserito nel concept plan a cui ha collaborato l'architetto Stefano Boeri, ora assessore all'Expo che aveva rilanciato l'idea. Anche su questo Loscertales ha fatto chiarezza. Ha detto che il masterplan approvato dall'assemblea generale del Bie non si cambia. Il concetto, inteso come idea di alimentazione naturale, è inserito nel masterplan ha spiegato il segretario, aggiungendo che l'esposizione però è qualcosa di più. Deve attrarre ''150 mila visitatori al giorno che non entrano – ha sottolineato – per vedere una ripetizione di tanti orti di melanzane''. Questa non è una scelta di cementificazione: ''Lo spazio verde che stiamo proponendo ai Paesi partecipanti – ha sottolineato l'ad di Expo 2015 Giuseppe Sala – è superiore a quello inserito nel concept plan''.

Adesso i problemi da risolvere sono altri, economici e burocratici. Dal punto di vista economico a mettere a rischio l'Expo è la norma che impone alla società di usare per la gestione solo il 4% dei fondi. ''E' un problema essenziale – ha osservato Loscertales – se non c'è soluzione, non c'è Expo''. Proprio di questa norma il presidente della Provincia, Guido Podestà, parlerà nell'incontro già fissato per lunedì prossimo con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

L'altra questione, che riguarda il premier, è la nomina del nuovo commissario straordinario del governo dopo che Letizia Moratti ha dato le dimissioni. Formigoni e Pisapia hanno detto che la scelta sarà condivisa ma per ora un nome non c'è. Anche su questo resta da discutere.

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