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Fabiana Luzzi, fidanzato killer “maledetto non vittima”. Genitori smentiscono vescovo

di Gianluca Pace |28 Maggio 2013 10:22

Fabiana Luzzi

CORIGLIANO CALABRO (COSENZA) – Non c’è spazio per il perdono. “Un mostro assatanato. Hai incontrato un mostro, figlia mia – ripete ossessivamente il padre di Fabiana , Mario – Non ha avuto nessuna pietà. Anche la giustizia, tutta la giustizia, di terra e di cielo, non deve averne di lui.” Sono gli stessi genitori di Fabiana a smentire le parole del vescovo di Santo Marciano (“La mamma conveniva sul fatto che anche il ragazzo che ha ucciso in fondo è una vittima”). Altro che vittima, nessuna pietà. Nessuna pietà per il mostro.

C’è quasi tutta Corigliano in processione verso la casa di Fabiana Luzzi. Nel salone, tra tavolo e divano, una bara bianca sopra il piedistallo. Tra due settimane, il 13 giugno, Fabiana avrebbe compiuto 16 anni. “Maledetto” urla Rosa Luzzi, la madre di Fabiana: “Maledetto. Tu dovevi stare in questa bara, bastardo. Guarda quant’era piccolina, doveva ancora fare 16 anni. Le vedi le date scritte qui sopra?”

Davide, l’assassino, Davide il carnefice l’ha bruciata viva mentre lei cercava di difendersi, supplicandolo, cercando di strappargli dalle mani la tanica di benzina. “Lo vedi che era così piccola? Tu lo hai deciso che doveva campare così poco e finire in questo modo? Vedi le due date, 1997 e 2013. Le vedi?” continua a ripetere la madre. Mario, il marito, immobile, con la faccia attaccata alla bara, accanto le altre figlie Sonia, Sanra e Marika.

“Un mostro assatanato. Hai incontrato un mostro, figlia mia – ripete ossessivamente Mario – Non ha avuto nessuna pietà. Anche la giustizia, tutta la giustizia, di terra e di cielo, non deve averne di lui.” Anche il vescovo di Santo Marciano raggiunge la famiglia:

“La mamma conveniva sul fatto che anche il ragazzo che ha ucciso in fondo è una vittima. Ho trovato una famiglia molto composta, mi hanno detto che Fabiana era il fiore del loro giardino, ma qui c’è bisogno di una rivoluzione educativa sui giovani”. Poi la famiglia però smentisce il vescovo: “Confermiamo la nostra accoglienza per un pastore che viene in casa a portare cordoglio, anche se noi apparteniamo a un’altra fede, ma non ci sogniamo, in queste ore, di pensare a quell’omicida come a un’altra vittima. Lui vive, Fabiana no.”

L’incontro di preghiera e benedizione, con il rito dei Testimoni di Geova, si svolgerà oggi (martedì 28 maggio) alle ore 16.30 al Palazzetto dello sport di Corigliano. Intanto l’esame ha confermato la ricostruzione dei carabinieri del colonnello Francesco Ferace nell’inchiesta coordinata dal pm Maria Vallefuoco, su delega della Procura per i minori.

È una sequenza agghiacciante quella che consegna l’ultimo accertamento. Davide, l’ex fidanzatino che non tollerava di essere rifiutato, le ha sferrato più di 20 coltellate, tra addome, petto e bacino, ma non letali. Per questo, quando è tornato, un’ora e mezza più tardi, con la tanica di benzina per bruciarla viva, lei si è rialzata, ha cercato di lottare conlui e anche di implorarlo, pur di strappargli di mano quella benzina. Ma non ci è riuscita. Davide le ha dato fuoco, bruciando la vita di una ragazzina e, in fondo, anche la sua.

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