Fabio Tortosa: “Io capro espiatorio, ora a 700 euro al mese non so come fare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2015 - 20:27 OLTRE 6 MESI FA
Fabio Tortosa: "Io capro espiatorio, ora a 700 euro al mese non so come fare"

Fabio Tortosa: “Io capro espiatorio, ora a 700 euro al mese non so come fare”

ROMA – Si sente “una vittima sacrificale” e quando viene raggiunto al telefono da Giuseppe Cruciani de La Zanzara dice di stare “una m…”.  Per Fabio Tortosa, l’agente sospeso dal servizio dopo aver scritto sul suo profilo Facebook che sarebbe rientrato “mille e mille volte alla Diaz” è il momento di fare i conti con le conseguenze delle sue parole.  Parole che ora dice “sono state fraintese” e che per questo “non riscriverei più”. Intanto è arrivata una sospensione fino alla fine del procedimento disciplinare nei suoi confronti. Sospensione che lo terrà a metà stipendio, circa 700 euro, per un tempo che potrebbe essere anche di sei mesi: “Non so come fare, con due bambine e mia moglie che guadagna molto meno di me”. Sempre alla Zanzara Tortosa spiega di non avere nessuna intenzione, né i soldi, per fare ricorso al Tar: vuole semplicemente che il procedimento disciplinare si svolga in tempi brevi per potersi difendere e spiegare il suo punto di vista.

Tortosa, fino a giovedì mattina ancora in forze al Reparto Mobile della Capitale, proprio quello preposto ai servizi di piazza, non ci sta al provvedimento di sospensione. Difende sé stesso e l’operato degli ottanta agenti del VII nucleo del Reparto Mobile di Roma, tra quelli che fecero irruzione alla Diaz. “Io e tanti come me siamo entrati obbedendo ad un ordine legittimo e non abbiamo commesso alcun atto contrario alle norme e all’etica di ogni uomo -dice risoluto- mi sembra grottesco che nonostante molteplici sentenze non si sia fatta piena luce su quei fatti e adesso va a pagare una persona perché scrive su Facebook la propria estraneità ai fatti”.

Insomma Tortosa non vuole proprio essere il capro espiatorio delle violenze di Genova. E i suoi colleghi, i tanti del Reparto Mobile che lo conoscono bene sono più espliciti nel difenderlo anche se chiedono l’anonimato. “Fabio è stato sospeso, De Gennaro resta a Finmeccanica, la storia del dopo Genova è una storia di due pesi e due misure”, dicono malcelando la rabbia “Fabio è una persona seria – dice un poliziotto che lo conosce da 10 anni – che ha come unico difetto, se così si può considerare, quello di dire sempre cosa pensa”.

“Nel caso di Fabio è stato applicato un articolo di un decreto legislativo del 1957 che consente al ministro dell’Interno di decidere la sospensione cautelare – spiega – Per quali motivi non è stato utilizzato in occasioni ben più gravi?”. Per i colleghi di Reparto, che stanno pensando di organizzare un’iniziativa di solidarietà, la sospensione è “un provvedimento esagerato”. Tortosa, sposato con due figlie e da 16 anni al Reparto Mobile di Roma, cerca di smorzare i toni, anche perche “ora la priorità è la pace per me e la mia famiglia” ma non esclude di ricorrere contro la sospensione.

“Rispetto la decisione del capo della polizia – ha sottolineato – mi tutelerò eventualmente in sede di provvedimento disciplinare. Se la sanzione dovesse essere incongrua a quelle che sono le mie eventuali negligenze mi appellerò”. E intanto oggi il sindacato Consap ha chiesto la scorta per Tortosa e la sua famiglia, rendendo noto che l’agente avrebbe ricevuto minacce di morte via web tanto da avere chiuso il suo profilo Facebook. “Attenzione a non fare di un capro espiatorio una vittima designata -dicono dalla Consap, sindacato al quale Tortosa è iscritto – basta con la gogna mediatica”..