Fabrizio Corona, i giudici: “I soldi in nero erano suoi. Non è un riciclatore delle mafie”

Fabrizio Corona (foto Ansa)
Fabrizio Corona (foto Ansa)

MILANO – I 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto di Francesca Persi, sua collaboratrice, e in parte in cassette di sicurezza in Austria, sono i ricavi ‘in nero’ di Fabrizio Corona ed è inconsistente l’ipotesi “che certamente aleggiava nel corso delle indagini preliminari” della Dda, secondo cui “le somme sequestrate potessero avere un’origine diversa dalla sua attività imprenditoriale.

Lo scrive il collegio, presieduto da Guido Salvini, nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato a 1 anno l’ex ‘re dei paparazzi’ per un illecito fiscale, cancellando però le imputazioni per quei soldi in contanti. Come aveva ricostruito la stessa difesa, Corona ha incassato in nero tra il 2008 e il 2012 i circa 1,78 milioni trovati nel controsoffitto. In quel periodo con “l’affiancamento della figura di Belen Rodriguez” ha “certamente moltiplicato” i “guadagni di quel triennio”.

Il Tribunale di Milano poi “non ritiene di dover dichiarare Fabrizio Corona delinquente professionale” perché “la natura prettamente fiscale e le concrete modalità del reato per il quale l’imputato è stato giudicato colpevole non consentono infatti di ritenere, alla luce della ricostruzione complessiva dei fatti e della lontananza nel tempo delle condotte che hanno dato origine alle precedenti condanne, che egli viva abitualmente del provento dei reati”.

 

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