ROMA – Quasi nessuno lo dice esplicitamente, se da quel “quasi” escludiamo i fedelissimi fan sui social network. Eppure la sensazione, da chiacchiera da bar, è che parte d’Italia stia tifando per il fuggitivo. “Scappa, Corona, scappa”. Un compiaciuto e malcelato sostegno: che possa farcela anche stavolta, via, magari ai Caraibi, senza manette e libero, incurante della legge. Non è la prima condanna inferta a Fabrizio Corona, fotografo dei Vip, è che stavolta è definitiva. Deve andare in carcere come chiunque sia stato condannato nei tre gradi di giudizio. Eppure l’italiano medio (qualcuno penserà: magari un po’ sotto la media) sogna e tifa. Ma cosa tifa, e soprattutto perché? Non ci si appassiona alla storia di ogni latitante, ma questa evidentemente è così ben confezionata da appassionare come un film dove, si sa, i più simpatici sono sempre i cattivi. Latitante, bello, ricco e pieno di donne. Arrogante ma romantico, dongiovanni e padre affettuoso. Niente, Fabrizio Corona ce le ha tutte per piacere, a uomini e donne per ragioni opposte ovviamente.
I maschi lo invidiano. Perché a lui basta davvero andare in palestra per avere muscoli in evidenza. Perché è ricco e i soldi se li è fatti da sé. Perché ha avuto donne bellissime, da Nina Moric a Belen Rodriguez, senza dimenticare le incursioni con Nicole Minetti. Perché ha trasformato le sue disgrazie giudiziarie nella via crucis della sua persecuzione, in uno scontro dal pathos altissimo: Corona contro lo Stato. Il perseguitato, la vittima, l’ex ragazzino che a scuola non riusciva a tenere i piedi fermi in classe, ma gli bastava uno sguardo per farsi perdonare. C’è tutto questo nella vicenda di Corona e la fuga, magari esotica (qualcuno lo dà già a Santo Domingo), è l’apice meglio riuscito: avvolto in un alone di mistero, per giunta, dove sarà Corona?
Le donne lo vogliono. Verrebbe da chiedersi: quali donne? Ma è una tentazione passeggera. Se il bello e dannato, il fuggiasco, fa tifare gli uomini come potrebbe non far tifare le donne? Tutti i motivi elencati sopra valgono anche come potenti strumenti afrodisiaci. Corona è sfrontato, non è certo un bravo ragazzo da corteggiamento di lunga durata. E’ capriccioso con le donne, e nessuna gli tiene testa, neanche la povera Belen costretta più volte a sloggiare da casa dopo memorabili litigate. Ed è questo che piace. Bello, dannato, per giunta impossibile. In pratica ha il fascino del tronista (di Maria De Filippi) con molta più fama, denaro e con un plus non da poco: un’innegabile tendenza ad azzeccare i congiuntivi.
Quelli che…lo capiscono. E’ l’area degli scontenti, i “grillini” del fenomeno Corona. Sono uomini e donne, colti e meno colti, giovani o no. Sono quelli che al personaggio Corona sono idealmente vicini non per invidia o desiderio, ma perché è la rappresentazione plastica di molte frustrazioni. Ci credereste che Corona è (anche) l’incarnazione dell’antipolitica? Perchè basta dare un’occhiata alla sua affollatisima pagina Facebook per capire che molti, in lui, vedono un eroe moderno. Ecco un commento illuminante: “Caro Fabrizio, tutti dovrebbero pagare gli errori che si commettono durante la vita, ma prima di te i politici hanno fatto anche di peggio ma sono tutti a casa anzi in vacanza….niente galere per loro…..ciao Fabrizio si frat a me!!!!!!!!!”. “Sei mio fratello”, tradotto.
E allora, scappa Corona, che l’italiano tifa per te. Per invidia e desiderio e perché, per molti, sei l’incarnazione di un sogno collettivo dove chi sbaglia non paga e fa quasi tenerezza e simpatia. Di cosa sia fatta la sostanza di questi sogni forse è meglio tralasciare.
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