MILANO – Facebook sospende la pagina dei fan di Zerocalcare (il fumettista Michele Rech). Tutto per un post in cui si ricordava un’iniziativa che si svolgerà a Genova in occasione dell’anniversario del G8 del 2001 in cui perse la vita Carlo Giuliani.
Nel mirino del social network di Mark Zuckerberg soprattutto i commenti di alcuni utenti che hanno addirittura gioito per “il buco in testa a Carlo Giuliani”. Il post è stato così segnalato e il profilo sospeso.
Quel che è accaduto lo racconta lo stesso Zerocalcare sulla sua pagina riaperta:
“Siccome mi hanno sospeso la pagina fan per il post sull’iniziativa di Genova nell’anniversario del G8 del 2001 di domani, e la riapertura passava per la sua rimozione – scrive il fumettista – vale la pena spendere due righe, anche perché dopo che avevo fatto la lagna in un fumetto un paio di settimane fa, stavolta un sacco di gente ha scritto cose molto carine e supportanti ed è utile chiarire questa roba. Ieri ho postato la locandina dell’iniziativa che si terrà a Genova il 20 luglio. Non contiene oltre che nessuna offesa, neanche nessun riferimento a presunti eroismi, giudizi, attacchi, una cosa proprio low profile”.
“Questo post ha scatenato una serie di commenti immondi – prosegue Zerocalcare – che andavano dalla gioia per il buco in testa a Carlo Giuliani a invettive varie e promesse di non comprare mai più i fumetti miei e roba del genere. Un sacco di gente giustamente ha commentato ‘vabbè, ma che la roba di Zerocalcare non l’avete mai letta? Che lo scoprite ora come la pensa?’ Qualcun altro s’è lamentato del fatto che i lettori pretendono di decidere i temi su cui un autore può o non può esprimersi…. Ecco, è tutto molto giusto, ma sti ragionamenti non colgono quello che è successo”.
Il fumettista non punta il dito sui propri lettori ma su “altri, venuti su quella pagina apposta, che di sicuro non sono le mie categorie principali di lettori: nazisti e/o poliziotti (ex o attuali o simpatizzanti o sindacatini o associazioni). Evidentemente Genova non è finita, c’è chi lo dice da tempo, lo dico pure io ma ammetto di averlo usato più come uno slogan che altro. Ci sta ancora una persona in galera a 15 anni di distanza dai fatti (e altre sottoposte a misure e restrizioni) mentre altri venivano promossi e facevano carriera. E’ la controparte e pezzi dei suoi apparati che continuano a fare una guerra accanita e che sulla narrazione di quelle giornate non vogliono mollare di un centimetro.
E’ dal 21 luglio 2001 che litighiamo su quanto è successo a Genova. In tanti di noi si sono pure rotti di litigare e raccontare. Però forse vale la pena continuare a farlo, anche per rispetto al nostro dolore, al nostro sangue e alle nostre lacrime, pure se ci sembrano così lontane oggi”.