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Faenza, muore durante controllo Polizia. Genero nel dolore accusa: “Soffocato come Floyd”

BOLOGNA – La Procura di Parma ha aperto un’inchiesta sulla morte di Antonio Marotta, un uomo di 63 anni deceduto la sera di ieri, domenica 22 giugno, a Fidenza, provincia di Parma, durante un controllo della polizia stradale.

Secondo una prima ricostruzione della Questura, l’uomo residente nel comune della provincia di Parma e originario di Salerno, era stato trovato alla guida dell’auto senza cintura di sicurezza.

Una circostanza che si era ripetuta negli ultimi due anni.

Gli agenti, così, gli hanno fatto un verbale con ritiro della patente al fine della sospensione.

A questo punto, questa la ricostruzione della polizia, il 63enne si è infuriato, è sceso dal veicolo tentando di aggredire uno degli agenti.

Mentre i poliziotti provavano ad immobilizzarlo, l’uomo si è accasciato a terra, probabilmente per un malore. Gli agenti hanno chiamato il 118 tentando anche di rianimarlo ma inutilmente.

Subito è partita la chiamata al 118 ma i medici arrivati sul posto, dopo vari tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che constatarne la morte.

Sull’episodio la Procura di Parma ha deciso ulteriori accertamenti ed aprirà nelle prossime ore un fascicolo di indagine. Nei prossimi giorni quindi verrà eseguita l’autopsia sul corpo del 63enne e saranno quasi sicuramente ascoltati dal magistrato i due agenti della pattuglia. Si vaglierà la loro posizione.

Antonio Marotta, il genero nell’ira: “Soffocato come Floyd”

La famiglia dell’uomo ha subito nominato un proprio legale, l’avvocato Carlo Ambrosini, e ora chiede che venga fatta chiarezza su quanto successo.

Alla ricostruzione fornita dalla Polizia Stradale non crede il genero Angelo Pinto che preso dal dolore, parlando all’Ansa, associa la vicenda del familiare al caso Floyd.

“Non ci spieghiamo come possa essere accaduto un evento del genere. Per noi è tutto riconducibile ai fatti americani”, ha detto accusando.

Secondo le testimonianze che Pinto ha riferito di avere, “per futili motivi si sono permessi di ammanettarlo, buttarlo a terra e soffocarlo”.

“Un abuso di potere vero e proprio come quello del povero americano ucciso”. Altri testimoni invece raccontano del tentativo degli agenti di calmare l’uomo e poi del suo improvviso malore al momento di essere ammanettato.

Marotta, vedovo, bracciante agricolo in pensione da una decina d’anni era, secondo quanto riferito dallo stesso genero, cardiopatico e soffriva di alcune patologie respiratorie certificate pare anche da un documento che il 63enne portava sempre con sé.

“Era poi un uomo leale, calmo e giusto – ha concluso Angelo Pinto – Viveva per i nipoti e i figli” (fonte: Ansa, Agi). 

 

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