ROMA – L’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Oms, ha stilato i sei requisiti necessari per passare alla Fase 2.
Requisiti che, al momento, nessuna nazione è ancora in grado di soddisfare.
Ma quali sono questi sei requisiti?
Requisito numero uno: controllare la trasmissione del contagio. Due: avere un sistema sanitario capace di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto.
Tre: ridurre al minimo i rischi in strutture sanitarie e case di cura. Quattro: attuare misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano. Cinque: i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti.
Sei: le comunità devono essere pienamente istruite.
A leggere i requisiti non c’è da essere ottimisti per l’Italia.
Ma appunto, a che punto siamo in Italia?
Abbiamo tante commissioni, questo è sicuro. Ma abbiamo fatto anche qualche passo verso la Fase 2. Passi elencati da Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera.
Per esempio: “L’accordo in vigore dal 10 aprile scorso concede alle Asl la possibilità di avere i numeri telefonici di tutte le persone che sono entrate in contatto con soggetti positivi al coronavirus. Dovranno essere le questure a consegnare i dati, collaborando nell’identificazione di chi potrebbe essere stato contagiato”.
Questo esempio sembra riguardare i primi due punti elencati dall’Oms.
Certo, sarebbe meglio un’app, di certo più semplice e veloce, ma tant’è.
Aspettando un’app quindi l’Italia sta cercando di far collaborare Asl e carabinieri per rintracciare i soggetti positivi e, soprattutto, per rintracciare chi è entrato in contatto con loro.
In Cina c’è un’app. Noi abbiamo i numeri di telefono, le Asl e i carabinieri.
Punto tre e quattro, ovvero: ridurre rischi in case di cura, ospedali e luoghi di lavoro.
Qui l’Italia, come tutti i paesi dell’universo, sta pensando all’obbligo di misurazione della febbre prima di entrare in servizio.
“Negozi, uffici, aziende – ha spiegato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri – devono prevedere regole di protezione e soprattutto devono poter contare su medici che siano in grado di guidarli qualora ce ne fosse bisogno. Per questo bisogna attrezzare le Asl con specialisti al servizio dei lavoratori”.
Il termoscanner dovrà “essere sistemato all’ingresso di tutti i luoghi dove ci sono persone che lavorano, esattamente come i guanti, le mascherine e gli erogatori per il disinfettante”.
Riusciremo? Riusciremo a soddisfare i sei punti dell’Oms?
Riusciremo, soprattutto, a soddisfare il punto numero sei? (Fonte: Il Corriere della Sera).