Fastweb, Parisi non si dimette

Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb, non ha intenzione di dimettersi. «No, assolutamente no, perché in questo momento la cosa da fare è occuparsi dell’azienda», ha risposto a una domanda nel corso della conferenza stampa indetta per spiegare la sua posizione sull’inchiesta “Broker”.

Parisi ha risposto a chi chiedeva se in vista dell’udienza del 2 marzo, in cui si dovrebbe decidere anche del commissariamento dell’azienda, non fosse opportuno un suo passo indietro. «Personalmente penso di non avere responsabilità – ha detto il manager -. In questo momento l’azienda deve essere gestita perché stiamo subendo un violentissimo danno di immagine. Fino a che qualcuno non mi dice il contrario lavorerò per difendere l’immagine dell’azienda. Lo farò fino all’ultimo secondo», ha aggiunto.

Poi dice di essere stato all’oscura dell’esistenza del traffico telefonico fittizio: «Dai nostri apparati risultava che il traffico telefonico c’era se poi fosse fittizio dal punto di vista dell’uso a noi non era dato saperlo». Parisi ha anche descritto rapporti commerciali con le società al centro dell’indagine sul maxi-riciclaggio. «La stessa procura – ha aggiunto – ha impiegato tre anni per scoprire la fittizzietà perché ha dovuto raccordare informazioni finanziarie che l’hanno portata a queste deduzioni».

«Fastweb non ha mai commesso, in quanto azienda, azioni criminali, non ha fondi neri e non ha mai fatto frodi fiscali». Così Parisi ha liquidato ogni forma di responsabilità. Il manager ha ribadito che il suo ruolo in Fastweb non è in discussione: «Per ora – dice – sto lavorando con il Cda di Fastweb e non c’è bisogno di conferma di fiducia».

L’Ad ha quindi confermato che «l’assemblea è convocata per il 24 marzo». «Non siamo parte lesa – ha insistito Stefano Parisi in conferenza stampa – ma lesi nella nostra onorabilità. Alle nostre spalle è stata fatta una truffa».

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