fausto filippone ansa fausto filippone ansa

Fausto Filippone, il testimone: “Ho soccorso la moglie. Lui è arrivato solo qualche minuto dopo”

fausto filippone ansa
Fausto Filippone sul viadotto dell’A14 poco prima del suicidio (foto Ansa)

PESCARA – “Intorno a mezzogiorno ho sentito un urlo straziante e poi un tonfo”. Queste le parole di Giuliano Salvio, un medico che abita nella stessa palazzina di Chieti Scalo da dove da un balcone domenica è precipitata Marina Angrilli e si è consumato il primo atto della tragedia finita poi sul viadotto della A14 con la morte della piccola Ludovica e del padre Fausto Filippone.

Salvio, parlando col Corriere della Sera, racconta di avere visto Marina Angrilli a terra e di avere tentato di soccorrerla.

“Non c’era nessuno intorno a lei, solo dopo qualche minuto è arrivato quell’uomo, era molto nervoso, farfugliava, si teneva le mani tra i capelli e ripeteva: che sciagura, è caduta dal secondo piano, lei è mia moglie. Però restava sempre a qualche metro di distanza, malgrado lei perdesse molto sangue – prosegue il racconto dell’uomo -. Poi, mentre aspettavamo l’ambulanza, è venuto da me col cellulare in mano e mi ha detto: ‘Ti lascio questo numero, io devo andare a prendere mia figlia’. Un po’ insolito, per un marito a cui è appena caduta di sotto la moglie”.

Il tragitto che Filippone ha fatto dalla casa di Chieti Scalo al viadotto dell’autostrada è spiegato sempre al Corriere della Sera da Francesco Angrilli, fratello della moglie. “Fausto quaranta minuti più tardi ha chiamato la casa di nostra madre, nonna Anna. Con lei era rimasta la piccola Ludovica“. A quel punto, Filippone ha detto alla signora Anna: “Sto arrivando, fammi venire incontro mia figlia, l’aspetto all’incrocio, davanti alla pasticceria”. Una fretta che, secondo Angrilli, era del tutto ingiustificata. Non a posteriori, se si pensa che dalla casa della nonna al viadotto dove Filippone ha deciso di suicidarsi – non prima di lanciare nel vuoto la figlia di 10 anni – ci sono solo 15 minuti di strada.

Ma i motivi che hanno indotto l’uomo al folle gesto rimangono ignoti. Come confermato dagli inquirenti, Filippone “non aveva problemi psichici”. La sorella Antonella ha raccontato al quotidiano milanese che “dalla morte di nostra madre Lidia, lo scorso 18 agosto, si era intristito, provava un senso di solitudine. Ma non c’erano problemi economici, nessuna crisi di coppia“. E ribadisce quanto già sostenuto da altri testimoni sugli ultimi giorni della famiglia. “Venerdì sera Fausto, Marina e Ludovica erano andati insieme nel paese di Caramanico a seguire un concorso canoro”.

Sulla vicenda continuano le indagini della Procura: in attesa del responso delle autopsie, gli inquirenti si concentrano sulla dinamica della morte di Marina Angrilli. A questo proposito il capo della Mobile di Chieti, Miriam D’Anastasio, ha confermato alla stampa che l’ipotesi di un incidente “non è la pista privilegiata”.

 

Gestione cookie