Federica Galloni, la direttrice del Mibac rischia processo per un comò del ‘700

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 14:45| Aggiornato il 28 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Federica Galloni, direttrice dei beni paesaggistici e architettonici del Lazio al Ministero dei Beni Culturali, rischia il processo a Roma per un comò Luigi XV da 15 milioni di euro. Un pezzo unico, rimasto per secoli nella reggia di Versailles e arrivato in Italia negli anni Sessanta. L’accusa è di abuso di ufficio: la direttrice, contrariamente ai suoi doveri, avrebbe svolto un ruolo nel rimuovere i vincoli che permettevano all’Italia di conservarlo. Il prezioso oggetto arriva negli anni Sessanta in Italia, ma la vicenda i complica negli anni 2000, come ricostruisce il Corriere della Sera:

Nel 2006 l’avvocato Giovanni Ciarrocca che rappresentava i nuovi proprietari cercò un interlocutore al ministero dei Beni culturali. Con il vincolo posto dal ministero dei Beni culturali, l’opera di Godreaus era praticamente inamovibile. Ciarrocca cerca una soluzione. Nelle sedi ministeriali, il comitato scientifico si riunisce per discuterne. Almeno due sedute secondo i verbali. Qui le indagini si fanno più delicate e solo le carte del processo potranno ricostruire cosa sia avvenuto in quelle due occasioni. Sta di fatto che il vincolo viene rimosso e solo la denuncia di un funzionario e quindi il sequestro dei giudici del Tribunale di Roma impediranno l’esportazione del comò. Nel 2009 su sollecitazione del ministero stesso parte l’inchiesta. Gli investigatori fanno verifiche. Seguono approfondimenti. L’indagine viene prolungata. Alla fine la Galloni viene indagata per abuso d’ufficio. L’articolo 323 del codice penale che sanziona il pubblico ufficiale che «intenzionalmente procura a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale». Nel frattempo dal ministero si sollecita una misura per impedire che l’oggetto esca per sempre dall’Italia: in extremis la commode verrà sottoposta a sequestro dai giudici. L’inchiesta va avanti. Il pm ricostruisce attori e responsabilità dell’intricata vicenda. L’abuso d’ufficio, secondo le intercettazioni e le verifiche degli investigatori, si sarebbe verificato nel 2009. Roberto Cecchi esce dall’inchiesta nel 2012. Restano indagati per il reato commesso la Galloni e Ciarrocca. Su di loro, ora, deciderà il giudice per le udienze preliminari Giacomo Ebner.