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Federica Mangiapelo, Marco Di Muro “ha indole violenta” secondo il gip

di Maria Elena Perrero |14 Dicembre 2014 18:56

Federica Mangiapelo

ROMA – Un ragazzo con “un’indole violenta” che pensava di fuggire: è Marco Di Muro, il ragazzo di 25 anni arrestato con l’accusa di aver annegato la fidanzata Federica Mangiapelo nel lago di Bracciano la notte del primo novembre del 2012, secondo il giudice per le indagini preliminari. A riferire il giudizio del gip è Giulio De Santis sul Corriere della Sera.  

Scrive De Santis:

“C’è una parola pronunciata più volte da chi l’ha visto crescere e che spiega meglio di ogni altra definizione chi sia il presunto assassino di Federica: un antipatico. Un sentimento che accumuna chiunque lo abbia conosciuto. E, infatti, non si ricorda una sola dichiarazione di solidarietà o di difesa per questo ragazzo, fin da piccolo relegato ai margini dai suoi stessi coetanei.

Prima della morte di Federica, Di Muro aveva un lavoro in un bar e aveva qualche amico con cui andare a una festa o bere una birra. I conoscenti lo descrivevano come una persona chiusa, talvolta aggressiva, ma mai violenta. Anche il rapporto con Federica si muoveva sulle note dello stesso spartito. Lui si limitava a sillabare qualche parola, mentre lei era chiacchierona”.

Ma ad un certo punto Marco inizia a diventare anche possessivo, secondo la ricostruzione fatta dal gip.

“Non voleva che Federica uscisse con le amiche e la obbligava a indossare vestiti che celavano la sua femminilità. La tragedia ha moltiplicato i lati oscuri del carattere di Di Muro che, fin dal momento successivo al decesso della ragazza, ha cominciato a vivere come un fantasma”.

 

In questi anni, infatti, Di Muro ha perso il lavoro da barista ed è rimasto per lo più chiuso nella sua stanza in casa a Formello. Il padre di Federica, Luigi Mangiapelo, l’ha sempre indicato come l’assassino.

Scrive sempre De Santis:

“L’incapacità di Di Muro di crearsi un ambiente favorevole è emersa nello scorso aprile, quando sul suo profilo Facebook si rivolse direttamente al papà e alla mamma di Federica: «Se un giorno mi andasse di parlare farei uscire i pessimi genitori che siete realmente e neanche mi farei pagare per farmi intervistare, perché io non ce mangio sopra alla morte de mi’ figlia». Affermazioni quantomeno inopportune dalle quali sentirono di dover prendere le distanze senza indugi addirittura i suoi avvocati, Cesare Gai e Massimiliano Sciortino. Malgrado il fastidio che ha saputo generare verso la sua figura Di Muro era sempre rimasto ai margini dell’inchiesta, al punto che la procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, respinta solo grazie all’intervento di Andrea Rossi, legale dei Mangiapelo. Scavare sulla morte di Federica d’altronde significava anche studiare la personalità del ragazzo. Con il quale nessuno voleva avere rapporti”.

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