ROMA – Lieve riduzione di pena in appello per Marco Di Muro, il 21enne di Formello accusato dell’omicidio della fidanzata 16enne Federica Mangiapelo, trovata morta sulla riva del lago di Bracciano la notte di Halloween del 2012. Quattordici anni di reclusione per omicidio volontario aggravato gli sono stati inflitti dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma, quattro in meno rispetto alla sentenza di primo grado pronunciata dal gup di Civitavecchia a conclusione del processo col rito abbreviato. La riduzione è motivata dalla concessione delle attenuanti generiche equivalenti all’aggravante della minorata difesa contestata.
Federica Mangiapelo fu trovata morta la mattina successiva alla notte di Halloween del 2012 da un passante sulla spiaggia del lago di Bracciano, nei pressi di Anguillara Sabazia, località vicino a Roma nella quale risiedeva. Difficile fin da subito l’inchiesta. Una prima consulenza concluse per un decesso per cause naturali; seguì una richiesta di archiviazione opposta che fece riaprire il caso. Il gip dispose un supplemento d’indagine affidando una perizia a tre medici, i quali però non giunsero a un risultato univoco. Seguì un incidente probatorio per l’effettuazione di una perizia collegiale, la quale, dopo l’approfondimento dettato da ulteriori indagini mediche, ritornò a indicare in un annegamento la causa del decesso di Federica Mangiapelo.
Due anni dopo, Marco Di Muro fu arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo l’accusa, il giovane avrebbe ucciso la fidanzata Federica al culmine di una lite, probabilmente per motivi di gelosia; l’avrebbe prima strattonata facendola cadere a terra, e poi annegata tenendole la testa sott’acqua. Il 17 luglio 2015, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, arrivò la condanna di Di Muro a 18 anni di reclusione. Lunedì, la sentenza d’appello con la riduzione della condanna.