Federico Aldrovandi, sindacato polizia: “Politica ipocrita, Cancellieri a casa”

Patrizia Moretti (foto Ansa)

FERRARA – Dopo aver protestato sotto gli uffici dove lavora Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, ora gli agenti del sindacato di polizia del Coisp rincarano la dose e chiedono le dimissioni del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. 

Non hanno gradito, gli esponenti del sindacato, la dura presa di posizione del ministro che, in un’intervista alla Stampa, nel giorno successivo al sit in di Ferrara, ha parlato di una “manifestazione che disonora e getta discredito sulla divisa”.

Per il Coisp, Cancellieri “parla a sproposito”. E in un comunicato il sindacato contrattacca: “Rispediamo ai vari mittenti tutte le accuse ingiuste, infondate e strumentali rivolte ieri a gente che svolge il proprio lavoro e tiene fede al proprio ruolo”.

Ma qual’è l’oggetto del contendere? Tutto inizia nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo quando un gruppo di agenti di polizia del Coisp manifesta con un sit in davanti alla sede del Comune di Ferrara. E manifesta in difesa di 4 poliziotti in carcere, condannati a 3 anni e 6 mesi perché con le loro percosse hanno causato la morte di Federico Aldrovandi. Là,  però, lavora Patrizia Moretti, mamma di Federico. La signora Moretti scende, srotola una grande foto del figlio. Ci sono momenti di tensione. Il caso arriva fino al Parlamento dove la solidarietà a Patrizia Moretti è unanime.

Il giorno dopo le “verità” sono contrastanti. Per Patrizia Moretti è una provocazione che rasenta lo “stalking”: “Sì, se li vedo ancora sicuramente sì. È un tormento. Credo che cercassero proprio la provocazione”.Il sindacato, invece, parla di una manifestazione regolarmente autorizzata e affermano di non sapere che Moretti lavorasse in quegli uffici.

I quattro poliziotti condannati, dice Maccari, “non hanno ‘voluto’ fare del male a Federico Aldrovandi, come accertato anche in quelle sentenze che mai, mai e poi mai abbiamo contestato o non rispettato“. Con la manifestazione di mercoledì il sindacato ha, invece, voluto sottolineare che i “colleghi condannati per colpa e solo per colpa non dovrebbero stare in carcere, considerato che è la stessa legge a stabilirlo”. “Perché si parla degli appartenenti alle forze dell’ordine italiani solo in certi casi e solo in determinati modi? – chiede Maccari – Perché nessuno osa mai parlare delle troppe volte che i poliziotti vengono aggrediti e massacrati?”.

Il Coisp se la prende con i sindacati di polizia che  l’hanno criticato “e che non possono fare sindacato solo quando è comodo e che se ne restano accuratamente e vergognosamente al riparo da discussioni difficili” ma soprattutto con la politica “ipocrita” e i “tecnici superficiali e voltagabbana”.

“Siamo profondamente colpiti – dice ancora Maccari – dalla superficialità dei tanti che hanno emesso spietati giudizi senza avere la più pallida idea di come fossero andate veramente le cose in quella piazza di Ferrara. Prima fra tutti il Ministro, Annamaria Cancellieri che senza preoccuparsi ha parlato a sproposito di offese a una famiglia e una madre che noi rispettiamo totalmente”. “Forse il ministro non ha più tempo, voglia e forza necessari per svolgere con la dovuta accortezza il proprio ruolo ed è decisamente tempo che vada a casa”.

Il Coisp ribadisce infine che non sapeva che Patrizia Moretti lavorasse in Comune, “circostanza a noi del tutto sconosciuta” e attacca chi ha “strumentalizzato” un’iniziativa “ampiamente pubblicizzata in anticipo” e che rientra in un “intero mese di attività”. “E’ troppo facile – conclude Maccari – trovare belle e comode parole dall’alto di certe poltrone, pretendere di tutto dagli appartenenti alle forze dell’ordine e poi, quando qualcosa va male, scaricare quattro colleghi lasciati alla lapidazione”.

La questione, però, sembra destinata a continuare ancora. Perché dopo il Coisp parla anche Patrizia Moretti.  ”Sono veramente stanca di queste falsità che continuano a ripetere, nonostante siano state espresse tutte le sentenze possibili. E loro continuano a infangare la memoria di mio figlio e offendere ed insultare noi. Adesso basta. Queste persone è un mese che sono a Ferrara manifestando solidarietà agli assassini di mio figlio, sotto le finestre del municipio. E’ un insulto a me e alla mia città”.

Cosi’ Patrizia Moretti ha motivato all’Ansa la sua decisione di querelare il Coisp. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha detto, è stata l’ennesima allusione al ritocco della foto di Federico morto. ”Ho detto basta, d’ora in poi querelo”. ”E’ un tormento. Mi sento perseguitata – ha proseguito – mi girano attorno, non solo a me, anche agli amici di Federico. Il senso della manifestazione di domani: ci opponiamo alla vostra arroganza. La solidarietà ce l’abbiamo, ma adesso dobbiamo cambiare le cose. Cosa mi aspetto? Che chi ha ucciso mio figlio sia espulso della polizia”.

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