PALERMO, 14 OTT – L’ex direttore dell’Agenzia regionale per i rifiuti, Felice Crosta, non potra’ incassare la pensione d’oro da mezzo milione di euro l’anno che gli era stata accordata dalla Regione siciliana, ma deve ”accontentarsi” dei 219 mila euro lordi che l’amministrazione gli ha gia’ riconosciuto come ex dirigente, la carica che ricopriva prima di essere posto fuori ruolo per dirigere l’Agenzia. Lo ha sancito la sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti, che ha accolto il ricorso presentato dalla Presidenza della Regione contro la sentenza di primo grado che aveva accolto, invece, la richiesta di Crosta di riliquidare la pensione, raddoppiandola.
I fatti risalgono al 2006 quando l’ex dirigente, chiusa l’Agenzia per decisione del governo, ha chiesto di adeguare la pensione all’ultimo ricco assegno percepito. Crosta era gia’ stato dirigente regionale, nel dipartimento Agricoltura e, anche in forza di una legge approvata nel 2005 – durante il governo presieduto da Salvatore Cuffaro – che faceva proprio al suo caso, fu possibile l’adeguamento del calcolo della pensione al piu’ vantaggioso ultimo stipendio.
A quel punto, malgrado l’amministrazione abbia tentato di resistere concedendo 219 mila euro lordi all’anno, la Corte dei Conti aveva dato ragione a Crosta e la pensione era lievitata fino a 496 mila euro. La Regione avrebbe dovuto pagare a Crosta pure gli arretrati e la parte di Tfr non liquidata in precedenza facendo lievitare ancora le uscite. Ma i giudici contabili d’Appello (sentenza 289/A/2011 presidente Luciana Savagnone) hanno messo la parola fine al contenzioso evitando un ulteriore buco alle casse regionali.
L’amministrazione regionale – scrivono i giudici contabili – correttamente ha determinato la pensione del suo dirigente sulla base del trattamento stipendiale goduto in servizio prima del collocamento fuori ruolo”.