Femminicida condannato ma in permesso ci riprova: altri 16 anni. Salva per miracolo, voleva lasciarlo: aveva saputo

Femminicida condannato ci riprova, per fortuna gli va male e tenta il suicidio, fallendo di nuovo. Un aspirante femminicida seriale: ma non è la trama di una serie tv.

Siamo all’ultimo atto, la nuova condanna a 16 anni per tentato omicidio. A carico di Mohamed Safi, 38 anni per aver sfregiato con una bottiglia rotta la compagna 43enne.

Era fuori dal carcere in permesso lavoro, a Torino. Stava scontando una condanna a 15 anni per aver assassinato l’ex compagna nel 2007 a Bergamo.

L’ultima vittima voleva lasciarlo, fino ad allora, siamo alla fine dell’anno scorso, non sapeva fosse stato condannato per aver assassinato la compagna, nel 2007, a Bergamo.

Lei voleva lasciarlo: aveva scoperto la condanna per femminicidio

La richiesta del pm era stata di 12 anni. La notte del 18 ottobre 2019 l’aggressore usufruiva del permesso di lavoro esterno come barista.

Femminicida ci riprova: una bottiglia rotta per tagliare la gola

Aveva l’obbligo di rientrare nel penitenziario di Torino ‘Lorusso e Cutugno’ entro le 2. Lei aveva deciso di troncare la relazione. I due si erano conosciuti sei mesi prima nel locale deve l’uomo lavorava.

Quella notte la coppia era scesa dal tram 4 in corso Giulio Cesare, vicino alla casa della donna, quando Safi cercò con il collo rotto di una bottiglia di tagliarle la gola. Si è salvata grazie a una pesante e provvidenziale sciarpa che aveva al collo. Mohamed Safi ha tentato il suicidio in carcere. (fonte Ansa)

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