Femminicidio? Donne vittime in un anno solo il 30% degli omicidi: 500

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Agosto 2013 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA
Femminicidio: le donne vittime del 30% degli omicidi in un anno

Femminicidio: le donne vittime del 30% degli omicidi in un anno

ROMA –  Dice il Ministero dell’ Interno che su 100 persone assassinate ogni anno in Italia, un terzo sono donne. In cifra assoluta 500, si desume su 1.500, una cifra abbastanza contenuta su 60 milioni di abitanti.

Però, invece di constatare con soddisfazione che muoiono per mano omicida meno persone in tutta Italia che nella sola New York, ecco, alto si alza il lamento che l’Italia non riesce a fermare la strage delle donne.

Più che di strage delle donne, si deve parlare di strage dei cervelli. In ossequio a un luogo comune che trova echi e appoggi forse politicamente interessati ma anche un po’ sconsiderati in alto loco, ogni donna che viene uccisa viene chiamato in causa il femminicidio, che nelle intenzioni fa rima con genocidio ma che si coniuga anche, nella lingua italiana, con omicidio.

Ma l’annuncio fa a pugno con il buon senso: se circa il 30% degli omicidi commessi in un anno in Italia (505) ha infatti come vittima una donna, vuole dire che l’altro 70 per cento ha come vittima degli uomini, perché al Ministero dell’Interno, finora, risultano solo ufficialmente due sessi, il maschile e il femminile.

Dispiace che uccidano una donna come dispiace che uccidano un uomo. Difficile è capire la pretesa che i morti ammazzati debbano essere solo uomini.

Dispiace anche che sia proprio il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ad accodarsi al coro del piagnisteo.

I siti dei giornali si sono accorti della bufala del femminicidio: solo il Corriere della Sera, che ha una forte cellula femminista

Alfano ha poi detto altre cose. Dall’entrata in vigore della legge sullo stalking sono state 38.142 le denunce presentate, di cui 9.116 dal primo agosto del 2012 al 31 luglio del 2013. A denunciare nel 77% dei casi sono le donne. punta su

«Vittime degli omicidi, in Italia il 30% del totale sono donne».

Repubblica, organo semi ufficiale di LauraBoldrini che si è vantata di riaprire la Camera in agosto per fare approvare la nuova legge (ma Beppe Grillo ha detto che doveva faro per legge), gioca al ribasso: poche righe in fondo al pezzo di Alberto Custodero, titolo sullo stalking, niente femminicidio:

 “Stalking, 10mila denunce in un anno”.

Dal sito della Stampa la notizia è sparita.

Solo l’ Ansa ha diffuso il terribile dato, senza rendersi conto del paradosso.

Gli altri dati forniti da Alfano:

Nell’ultimo anno i mafiosi arrestati sono stati 1.697 rispetto ai 2.041 dello scorso anno, mentre ammontano a 9.569 i beni sequestrati alla criminalità organizzata, di cui 705 aziende per un valore di 3,145 miliardi di euro (nel 2012 erano stati 4,124 i miliardi confiscati).

Continua intanto la caccia ai grandi latitanti: 78 quelli finiti in cella (erano 82 nel 2012) di cui 8 di massima pericolosità (18 l’anno scorso). 151 sono state le operazioni di polizia giudiziaria (169 nel 2012). 25 i Comuni sciolti per mafia, di cui 12 attualmente in corso (22 lo scorso anno).

Le confische sono state 4.066 (a fronte delle 3.218 dell’anno scorso), di cui 203 aziende per il valore di 2,180 miliardi di euro. La Sicilia è stata la prima regione nella quale è stato effettuato il più alto numero di sequestri. Seguono Campania, Calabria, Puglia, Lazio ed Emilia Romagna. 

Per quanto riguarda l’immigrazione, dal primo agosto 2012 al 10 agosto scorso sono sbarcati sulle nostre coste 24.277 immigrati. Tra questi, un terzo (8.932) è arrivato in Italia in 40 giorni, dal primo luglio al 10 agosto scorso. Nonostante tutto secondo il ministro dell’interno l’immigrazione non è diventata “un’emergenza ingestibile”. “Abbiamo saputo coniugare il dovere di accoglienza con il diritto alla sicurezza” ha spiegato Alfano in conferenza stampa che poi ha aggiunto: “Non si può considerare la questione dell’immigrazione a Lampedusa come una questione nazionale. La gestione di quella frontiera deve essere comune all’Europa”. Lampedusa, ha aggiunto Alfano “è la via d’accesso all’intera Europa”, ha detto più volte il ministro, evidenziando che di questo l’Italia intende farne una “battaglia”.