Fermato alla dogana con 300mila sterline in auto: “Ho paura della Brexit”

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2016 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Fermato alla dogana con 300mila sterline in auto: "Ho paura della Brexit"

Fermato alla dogana con 300mila sterline in auto: “Ho paura della Brexit”

CHIASSO – “Ho paura della Brexit”. Si è giustificato così un automobilista fermato alla dogana di Chiasso, in Svizzera, con 300mila sterline nascoste nell’auto. L’uomo, un ingegnere greco di 33 anni, è stato pizzicato dalla Guardia di Finanza mentre cercava di oltrepassare il valico italo-svizzero Como-Brogeda con la sua Bmw Serie 1. Solo che dietro al cruscotto, sotto un tappetino, nel cofano e nell’intercapedine di una portiera aveva disseminato mazzetti di banconote, tutte dello stesso taglio (5o pound). A espressa domanda dei finanzieri l’ingegnere aveva però detto di non aver nulla da dichiarare.

Le Fiamme Gialle insospettite hanno deciso di procedere comunque a un controllo scoprendo così il tesoretto nascosto, corrispondente a circa 390 mila di nostri euro. Ai finanzieri ha allora spiegato che con la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, temeva un deprezzamento della sterlina. Di qui l’idea di prelevare il denaro depositato in conto svizzero non si capisce per farne poi cosa.

Del denaro trasportato illecitamente è stato immediatamente sequestrato il 50% della quantità eccedente rispetto a quella consentita, che è di 9.900 euro. Un totale di oltre 190mila euro che l’ingegnere è stato costretto a lasciare alla dogana in attesa che il Ministero dell’Economia definisca la sanzione da applicare al trasgressore: rischia una multa salatissima pari al 50% dell’intera somma.

Secondo quanto scrive il Corriere.it che riporta la notizia, si tratta di un fenomeno ormai noto alle polizie di frontiera: una sorta di rotta al contrario del denaro finora evaso.

“Il sequestro costituisce una «variante» di un fenomeno che le Fiamme Gialle osservano ormai da un paio d’anni: un fiume di denaro nascosto che compie il percorso di rientro dalla Svizzera verso l’Italia (o altri paesi) spinto dal fatto che il governo elvetico ha deciso di non dare più protezione a chi custodisce nelle sue banche soldi non dichiarati al fisco”