Ferrara, rivolta di due detenuti e incendio in carcere: diciotto agenti intossicati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2018 - 07:44 OLTRE 6 MESI FA
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Ferrara, rivolta di due detenuti e incendio in carcere: diciotto agenti intossicati

FERRARA – Diciotto agenti penitenziari finiti al pronto soccorso per intossicazione da fumo. Una sommossa è scoppiata domenica mattina, 16 dicembre, nel carcere dell’Arginone, a Ferrara, e la polizia penitenziaria ha faticato non poco a riportare la situazione alla calma, bloccare i due esagitati e impedire che la rivolta assumesse proporzioni ancora più preoccupanti.

Ad accendere la miccia sono stati due detenuti magrebini che hanno dato fuoco ai materassi e a ogni altro materiale a loro disposizione, per poi praticarsi tagli alle braccia con le lamette. Gli agenti sono comunque riusciti a stoppare l’incendio e a impedire al rogo di propagarsi, anche se gli ambienti si sono subito riempiti di fumo, inalato in grandi quantità dagli agenti. Intanto era stato richiesto l’aiuto dei vigili del fuoco che, insieme ai poliziotti penitenziari, hanno portato in salvo tutti i detenuti della sezione, compresi i due rivoltosi, e successivamente hanno eseguito le necessarie verifiche strutturali.

Una “domenica di fuoco”, l’ha definita il segretario regionale della Uil Pa, Domenico Maldarizzi.

“Tutto il personale intervenuto – spiega Malderizzi – ha concluso il proprio turno di servizio, nonostante le grandi quantità di fumi inalati. Il ministro Bonafede qualche giorno fa ha affermato che lo Stato dovrebbe scusarsi con gli agenti penitenziari per le condizioni in cui sono costretti a lavorare, ma oggi più che scuse pretendiamo condizioni di lavoro dignitose e in sicurezza, oltre che sanzioni esemplari”.

Nel corso della sommossa “sono state fatte scoppiare anche alcune bombolette di gas che i detenuti hanno in cella per riscaldare cibi e bevande – aggiungono Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso del Sappe – occorre dotare il personale di mascherine e guanti per operazioni che, spesso, mettono a serio rischio l’incolumità degli stessi”.—