Il fidanzato della 18enne di Amelia morta di overdose: la dose divisa, il tentativo di rianimazione... Il fidanzato della 18enne di Amelia morta di overdose: la dose divisa, il tentativo di rianimazione...

Il fidanzato della 18enne morta di overdose: la dose divisa, il tentativo di rianimazione…

“Ci siamo fatti una dose da 20 euro in due”. Il fidanzato della 18enne di Amelia racconta quella notte di eroina.

Il fidanzato della 18enne morta di overdose ad Amelia racconta l’ultima notte insieme. Le sue parole sono state pubblicate su Repubblica: “Voglio sapere anch’io come è morta. Anch’io ho preso quella stessa roba e non mi è successo niente. Ho comprato una dose a 20 euro e l’ho divisa in due, una più piccola e una più grande. Ce la siamo fatti a Roma, poi siamo tornati, lei è andata a farsi un aperitivo con le amiche, e poi siamo stati qui a farci una birra e siamo andati a dormire”.

Il fidanzato della 18enne di Amelia e la notte dell’overdose

Riporta sempre Repubblica: “La notte aveva il respiro pesante, russava, ma era normale. Solo la mattina verso le 9 quando l’ho chiamata per andare al bar visto che a casa non c’era caffè ho visto che era bianca, l’ho trascinata in bagno e ho provato a rianimarla. Io non lo so se era viva, io non l’ho mai visto un morto. E poi ho chiamato il 118…”.

L’accusa di omicidio preterintenzionale

Omicidio preterintenzionale a carico del fidanzato, ma anche morte come conseguenza di altro reato in questo caso nei confronti di ignoti. Sono le ipotesi d’accusa che spuntano dall’indagine sulla morte di M.C., la diciottenne di Amelia trovata senza vita sabato mattina nell’abitazione del ventunennem anche lui del posto. La ragazza è morta presumibilmente a causa di un’overdose di eroina.

Emergono dagli atti notificati alla difesa con i quali la procura di Terni ha disposto l’autopsia. Esame per il quale l’incarico sarà affidato domani anche se ancora non è ben chiaro quando si svolgerà. I risultati saranno comunque decisivi per fare luce sulla morte di Maria Chiara.

L’importanza dell’autopsia

L’autopsia viene considerata un passaggio decisivo dalla procura – che coordina le indagini condotte dai carabinieri – per accertare se la ragazza abbia effettivamente assunto eroina oppure anche altre sostanze e in quale quantità. “Dobbiamo capire l’effettiva letalità della sostanza o se questa fosse una novità che l’organismo della ragazza non ha saputo recepire. Solo un tossicologo ce lo potrà dire”, ha spiegato all’Ansa il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori.

Il giallo dei soccorsi

Da chiarire anche se i soccorsi potevano essere chiamati più tempestivamente dal fidanzato ventunenne della giovane (per il quale si era ipotizzata inizialmente un’accusa di omissione di soccorso). “Il nostro interesse non è concentrato solo sul ragazzo – ha aggiunto Liguori -, ma su figure forse più importanti”.

Come colui che ha ceduto la droga ai due giovani, acquistata secondo il racconto del ventunenne a Roma, per accertare se fosse un fornitore abituale. “Perché degli amerini vanno a comprare la droga fuori porta? – si è chiesto Liguori -. Quante volte erano già andati? Chi li ha accompagnati e come? Stiamo ricostruendo una serie di elementi per allargare il cerchio”.

Il giovane – che lunedì ha rilasciato una dichiarazione telefonica a ‘La Vita in diretta’, su Rai1 – in merito ai soccorsi ha comunque ammesso di averli chiamati “mezz’ora, 45 minuti” dopo essersi accorto che la fidanzata non respirava. “Perché l’ho trascinata in bagno e ho provato a farle tutte – si è giustificato -. Avrei potuto chiamare l’ambulanza prima, ma non ne sarei stato capace. Quella sera abbiamo assunto eroina, una canna, lo abbiamo fatto insieme perché lei lo voleva fare quasi per forza. Se le avessi detto di no, lo avrebbe fatto con qualcun altro”. (Fonti: Ansa e Repubblica)

Gestione cookie