Filippo De Cristofaro evaso: killer catamarano uccise Annarita Curina nell’88

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2014 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA
Filippo De Cristofaro evaso: killer catamarano uccise Annarita Curina nell'88

Filippo De Cristofaro evaso: killer catamarano uccise Annarita Curina nell’88

ANCONA – Filippo De Cristofaro è evaso dal carcere di Livorno durante un permesso premio di tre giorni per la Pasqua.  L’uomo stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Annarita Curina nel 1988 con l’aiuto di Diana Beyer, la sua amante di 17 anni.

De Cristofaro, insegnante di danza, era già evaso dal carcere di Opera il 6 luglio 2007 approfittando un un permesso premio, come il serial killer Bartolomeo Gagliano, ma era stato rintracciato e arrestato a Utrecht, in Olanda, ed estradato in Italia nell’ottobre 2007.

Il corpo della Curina, skipper di 34 anni, fu ritrovato il 28 luglio 1988 al largo di Marzocca di Senigallia, in provincia di Ancona. De Cristofaro e la Beyer volevano rubare l’Arx, il catamarano della Curina, per fuggire insieme in Polinesia. La skipper fu uccisa il 10 giugno 1988, prima drogata con ansiolitici, poi accoltellata dalla Beyer e finita con tre colpi di machete in testa da De Cristofaro.

L’uomo, dopo la prima fuga dal carcere di Opera nel 2007, stava scontando la pena nel carcere di Porto Azzurro a Livorno. Secondo quanto si è appreso aveva ottenuto un permesso di tre giorni in occasione della Pasqua. Al termine del permesso l’uomo non si è presentato in carcere e da allora sono scattate le ricerche.

IL GIALLO DEL CATAMARANO – Nell’estate del 1988, il ‘giallo del Catamarano’, un delitto efferato seguito da una fuga senza speranze degli assassini, occupò le cronache per mesi. Insieme a De Cristofaro e la Beyer era salto a bordo dell’imbarcazione anche un amico olandese della coppia, Pieter Gronendijk, in seguito condannato per il furto del natante.

Beyer, che all’epoca dell’omicidio aveva 17 anni, ora ne ha 42 e ha tre figli. Conobbe ‘Pippo’ quando aveva solo 13 anni, in una scuola di danza che lui aveva messo in piedi a Rotterdam. Sognavano di andarsene via e l’occasione capitò con il viaggio sull’Arx. Un viaggio brevissimo per Annarita, laureata in lingue alla Sorbona e appassionata di mare: poche ore dopo la partenza dal porto di Pesaro, il 10 giugno, fu stordita con del Valium e massacrata con una coltellata e 3 colpi di machete alla testa dalla coppia, che voleva impossessarsi del catamarano e fuggire in Polinesia.

La fuga sull’Arx occupò le cronache di quell’estate fino a quando la coppia, insieme a Pieter Gronendijk, fu fermata in Tunisia.

“Sono un ragazzo che è scappato con una ragazza per amore, e che gli eventi hanno trascinato sempre più in giù”, si giustificò lui ai microfoni dei tg.

Il processo stabilì che Diana aveva somministrato ad Annarita il Valium sciolto nel caffè, per poi pugnalarla a un fianco (“per gelosia”, sostenne De Cristofaro). Lui trasportò poi il corpo della ragazza ferita dalla cuccetta in coperta, dove la finì a colpi di machete. Annarita non oppose resistenza, perché pensò che l’uomo volesse soccorrerla. Il cadavere della skipper fu ripescato il 28 luglio 1988 al largo di Senigallia, dall’equipaggio di un peschereccio.

Diana verrà condannata a sei anni e mezzo di carcere per concorso in omicidio, ma in cella sconterà solo 15 mesi: otterrà la libertà condizionale e l’assegnazione a una comunità. In primo grado a De Cristofaro venne inflitta una condanna a 38 anni, trasformata in ergastolo in appello, pena confermata in Cassazione.

Il caso è destinato ora a far esplodere una polemica sui permessi ‘facili’.

“Il giudice di sorveglianza ha un potere discrezionale che dovrebbe essere usato ‘cum grano salis’. Sforniamo permessi premio agli ergastolani come se fossero buoni benzina”,

ha commentato l’avvocato Stefano Tornimbene, legale e amico della famiglia Curina, citando anche il caso di Angelo Izzo, il mostro del Circeo, che il 28 aprile 2005, mentre era in semilibertà, uccise Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano.