Home > Notizia per Notizia > Cronaca > Cronaca Italia > Filippo Turetta in Italia. Nuovi dettagli sulla notte dell’omicidio: l’allarme del vicino di Giulia ignorato

Filippo Turetta in Italia. Nuovi dettagli sulla notte dell’omicidio: l’allarme del vicino di Giulia ignorato

Filippo Turetta è arrivato intorno alle 11:20 a Venezia a bordo di un aereo Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. L’assassino di Giulia Cecchettin verrà poi trasferito nel carcere di Verona, dove sarà controllato 24 ore su 24, per evitare gesti di autolesionismo. L’interrogatorio, probabilmente lunedì, dovrà chiarire diversi punti oscuri dell’omicidio della giovane.

L’allarme del vicino di Giulia Cecchettin al 112

I carabinieri in un comunicato hanno spiegato i passaggi avvenuti dopo l’allarme al 112 lanciato da un vicino di casa di Giulia Cecchettin. Il contenuto, corredato di registrazione audio, è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria non appena appresa la notizia della scomparsa di Giulia, domenica 12 novembre.

Alle 23.15 di sabato, il vicino di casa di Giulia Cecchettin dal balcone avrebbe sentito la 22enne urlare: “Così mi fai male…”. Nell’ordinanza, il gip dettaglia così le sue parole: “Un individuo calciava violentemente una sagoma a terra notando poi allontanarsi una Fiat Grande Punto”. Tre minuti più tardi, l’uomo ha chiamato i carabinieri. La telefonata è stata presa in carica dalla compagnia di Chioggia. Per gli investigatori dell’Arma “l’uomo parlava di una lite tra due persone che erano già risalite in auto e si erano allontanate”. L’uomo ha visto la macchina andare via, ma non è riuscito a vedere la targa.

Perché i carabinieri non sono intervenuti

I carabinieri hanno fatto sapere che non sono state inviate pattuglie, perché le due disponibili erano impegnate in un intervento per “una rissa in un bar e per una lite seguita a un incidente stradale”. L’aggressione a Fossò, ripresa dalle telecamere, è avvenuta 22 minuti più tardi rispetto alla segnalazione al 112.

Piantedosi sulla telefonata ai carabinieri

“È una situazione che merita un approfondimento. Le forze di polizia e l’Arma dei carabinieri non si sono mai sottratte all’assunzione delle loro responsabilità”. Sul palco del convegno “L’Europa di Domani”, a Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi parla dell’indagine sulla morte di Giulia Cecchettin. Quando gli chiedono del testimone che ha chiamato il 112 sentendo le urla della studentessa, ma senza che poi sia stata inviata una gazzella, il ministro risponde premettendo che “sarebbe pericoloso dare delle spiegazioni. È un caso per il quale sono state aperte delle valutazioni per verificare se ci siano degli elementi critici nella gestione dell’evento. Occorre concedere il beneficio del dubbio e la necessità di fare chiarezza”. Qualora “emergessero delle criticità sarebbe legittimo avere degli elementi di preoccupazione in più”.
 
 

 

Gestione cookie