MILANO – Il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è stato arrestato. E’ accusato di corruzione internazionale. Secondo l’accusa, per la vendita di 12 elicotteri al governo indiano sarebbe stata pagata una tangente da 51 milioni di euro.
L’amministratore delegato di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, è agli arresti domiciliari.
Insieme al presidente Orsi sono stati arrestati due svizzeri, Guido Haschke e il suo socio Carlo Gerosa. L’accusa nei loro confronti, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, è di aver “veicolato le mazzette e consentito all’azienda di creare fondi neri proprio per poter pagare chi aveva agevolato l’operazione”.
I carabinieri hanno eseguito perquisizioni sia a casa di Orsi, a Sesto Calende (Varese), sia nella sede di Agusta Westland, a Cascina Costa di Samarate (Varese) e in diverse altre filiali, tra cui quelle di Roma e Milano. I carabinieri hanno anche perquisito gli uffici di Finmeccanica in piazza San Babila e uno studio legale a Cornaredo (Milano). Agli atti dell’inchiesta, riporta l’Ansa, risulta anche una testimonianza dell’amministratore delegato di Ansaldo Energie, Giuseppe Zampini.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, è intervenuto nella vicenda: “Per Finmeccanica c’è un problema relativo alla governance che affronteremo”.
LE TANGENTI COME “FILOSOFIA AZIENDALE” – Secondo l’accusa, nelle intercettazioni nelle mani della Procura Orsi rivelerebbe “il suo disincanto per la pratica tangentizia” e ”il suo convincimento che la stessa sia un fattore naturale della pratica aziendale”. Lo scrive il gip di Busto Arsizio, che parla del pagamento di tangenti come di una ”filosofia aziendale”.
L’ARRESTO DI ORSI – Nei confronti di Orsi è stato disposto l’arresto in carcere perché esisterebbe il pericolo di inquinamento delle prove. Nelle motivazioni della richiesta di custodia cautelare in carcere per Orsi si legge che la misura è “proporzionata alla gravità del fatto”, “sicuramente neutralizza il compimento di ulteriori condotte corruttive” e “pone un limite (…) all’impegno con cui egli, in prima persona, si è attivato per impedire, ostacolare e svilire l’indagine”.
L’INIZIO DELLA VICENDA NEL 2010 – La vicenda al centro delle indagini della Procura di Busto Arsizio risale al 2010: in quell’anno Finmeccanica, attraverso la sua controllata Agusta Westland, si aggiudicò l‘appalto per la fornitura di 12 elicotteri al governo indiano. La corruzione ipotizzata dalla Procura sarebbe però andata avanti fino al dicembre del 2012.
Si trattava di un affare del valore di 556 milioni di euro. Di questi soldi, secondo l’accusa 51 milioni sarebbero serviti a pagare tangenti per assicurarsi la commessa. La tangente sarebbe stata versata attraverso dei contratti fittizi per la digitalizzazione in 3d di altri elicotteri rispetto a quelli forniti all’India. Questi contratti sarebbero stati stipulati con società indiane e tunisine.
Secondo l’accusa, i soldi sarebbero stati dati attraverso “un iniziale fittizio contratto di scouting per elicotteristica civile” e poi con “altrettanti fittizi contratti di ingegneria stipulati con le società Ids India e Ids Tunisia, che facevano sempre capo a detti intermediari”. In particolare, scrive il giudice per le indagini preliminari, Orsi e Spagnolini “quali corruttori” e Haschke, Gerosa e Cristian Mitchell (titolare della ‘Global Service Fze con sede a Dubai e consulente di AgustaWestland) “quali intermediari“, “promettevano ed effettivamente corrispondevano per il tramite dei fratelli Tyagi somme di denaro, non esattamente quantificate, al maresciallo Sashi Tyagi, capo di Stato maggiore dell’Indian Force dal 2004 al 2007 (…) per compiere e per aver compiuto un atto contrario ai doveri d’ufficio”.
LA LEGA NORD – Era stato l’ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica dell’era di Pierfrancesco Guarguaglini, Lorenzo Borgogni, a parlare di presunte tangenti ai pm di Napoli (titolari dell’inchiesta prima che la Corte di Cassazione decidesse la competenza della Procura di Busto Arsizio). Parte di questo denaro, secondo Borgogni, sarebbe poi finito alla Lega Nord.
Il partito di Umberto Bossi ha sempre negato ogni coinvolgimento. Il segretario Roberto Maroni lo scorso settembre ha denunciato per calunnia proprio Borgogni.
I CONTATTI CON IL CSM – Secondo i pm Orsi avrebbe anche contattato persone vicine al Consiglio superiore della Magistratura “per ottenere la nomina del nuovo dirigente dell’ufficio inquirente e per escludere dall’indagine il magistrato che indagava sul suo conto”. In sostanza secondo l’accusa il presidente di Finmeccanica avrebbe cercato di far nominare in tempi brevi il nuovo procuratore di Busto Arsizio che avrebbe dovuto estromettere dall’indagine il procuratore Eugenio Fusco, titolare del fascicolo su Giuseppe Orsi.
LA RISPOSTA DELL’INDIA – Da New Delhi voci contrastanti: prima il portavoce del ministero degli esteri, Syed Akbaruddin, ha fatto sapere che l’India ”non ha ricevuto fino ad oggi alcuna informazione legata a presunte tangenti”. Poco dopo, però, è arrivata la notizia che la magistratura indiana ha aperto un‘inchiesta ufficiale sulla vendita di elicotteri, legata al caso Finmeccanica.
Nel 2012 il quotidiano The Indian Express aveva pubblicato un rapporto preliminare di inchiesta della magistratura italiana in cui si specificavano i nomi degli intermediatori ed il pagamento di 10-15 milioni di tangenti in India.
Il ministero della Difesa indiano aveva ricordato in una nota che ”il contratto per la fornitura degli elicotteri contiene le procedure standard che impediscono l’impiego di mediatori e il pagamento di commissioni a terzi”. Precisando poi che un ”Pre-Contract Integrity Pact” è stato firmato tra AgustaWestland e il ministero della Difesa.
Il ministro, A.K. Antony, aveva detto che ”qualunque irregolarità sia stata commessa, sarà mio dovere prendere le azioni più severe e seguire il caso con la massima serietà”.
L’allora ambasciatore d’Italia Giacomo Sanfelice fu ricevuto al ministero degli Esteri l’1 novembre 2012, occasione in cui le autorità indiane gli consegnarono un promemoria in cui si chiedeva a Roma di condividere informazioni sulle presunte tangenti nel caso degli elicotteri di AgustaWestland all’India.
LA CONSOB VIETA LE VENDITE ALLO SCOPERTO – La Consob, l’autorità di vigilanza sulle società e la Borsa, ha vietato le vendite allo scoperto su Finmeccanica nella giornata di martedì e mercoledì per allentare la pressione sul titolo, in calo di oltre l’8% a Piazza Affari.
La Consob ha deciso ”di vietare le vendite allo scoperto sul titolo Finmeccanica” in applicazione del regolamento comunitario sullo ‘Short Selling’, ”tenuto conto della variazione di prezzo registrata oggi” da Finmeccanica ”superiore alla soglia del 10%”. Il divieto riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli e rafforza il divieto sulle vendite allo scoperto ‘nude’, cioè senza la disponibilità dei titoli, già in vigore per tutti i titoli azionari dallo scorso primo novembre.
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